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TRASH RADAR! The Beautiful di Renée Ahdieh

TRASH RADAR! The Beautiful di Renée Ahdieh

Dal 29 aprile 2025 Mondadori ha reso disponibile per la collana Oscar Draghi l’intera trilogia di The Beautiful di Renée Ahdieh in un’edizione che grida “vampiri” in ogni direzione. Uno specchio che gronda sangue circondato da un pattern di rose rosse ci lascia pregustare quel che troveremo tra le pagine: creature immortali dalle zanne lunghe e amori passionali. E, aggiungo io, una sana dose di trash. Chi non è nuovǝ sugli schermi di Strega in Biblioteca avrà infatti già intuito la direzione che prenderà questa recensione a partire dalla sua comparsa nella rubrica Trash Radar, in cui vi raccontiamo quelle letture che sono un connubio perfetto tra intrattenimento, no-sense e risate grasse. Ebbene, The Beautiful promette tutto questo: i vampiri che popolano la città di New Orleans non erano così attraenti, pericolosi e rincoglioniti dai tempi di The Originals. Ma forse noi li amiamo proprio per questo.

La (originalissima) trama di The Beautiful

Al porto di New Orleans è appena sbarcata una nave proveniente dal Vecchio Continente. Celine Rousseau è fuggita da Parigi per cambiare vita e l’America ora è pronta ad accoglierla a braccia aperte. Più o meno. Bellissima, assetata di libertà e con un terribile segreto da celare, Celine è la tipica ragazza pronta a cacciarsi sempre nei guai, che prova un macabro brivido di piacere a contatto con il pericolo e che non sopporta le imposizioni a cui le donne della società di fine Ottocento sono costrette. Tutte queste caratteristiche non aiutano la sua permanenza al Convento delle Orsoline, gestito da una Madre Superiora che sembra non sopportare questa ragazza dal fascino ribelle (e se vi siete appena immaginatǝ una possibile relazione clandestina enemies to lovers tra Celine e la Madre Superiora, purtroppo vi dovrò deludere: se così fosse stato, di certo il libro sarebbe risultato di gran lunga più interessante).

Celine si convince di essere pronta a mettere la testa a posto: trovare un marito per bene e un lavoro in una sartoria. Ma quando una ragazza della sua età viene trovata uccisa nel cuore della notte e una misteriosa gentildonna richiede i suoi servigi da modista, Celine inzia a sprofondare in una New Orleans molto diversa da quella del convento. Una New Orleans notturna, dove la morte sembra vicinissima e la magia non appare più come qualcosa di impossibile. Una New Orleans sospetta e violenta che sembra girare intorno ad un’unica famiglia, quella dei Saint Germain, e a un unico nome: Sebastien Saint Germain. Attraente, potente, pericoloso:  non sono solo queste caratteristiche ad accomunarlo a Celine. Tra i due scorre qualcosa di molto più insidioso, un ardente desiderio, accompagnato da un’altrettanto ardente ambizione.

Mistero, paranormale, romanticismo: come un libro desidera raccontare tutto senza raccontare niente

Autrice di La moglie del Califfo, Renée Ahdieh è un’autrice che, purtroppo, in The Beautiful non si dimostra molto brillante nel maneggiare intrighi amorosi e casi da risolvere. Desiderosa di scrivere una storia che unisse le atmosfere à la Jack Lo Squartatore all’intrigante mondo dei vampiri, il risultato è una storia che non è né carne né pesce, in cui l’indagine legata al ritrovamento di ragazze dissanguate da un misterioso assalitore si tinge di tinte estremamente banali e in cui la storia d’amore tra Celine e Sebastien non occupa abbastanza spazio nella narrazione, risultando così insipida. 

Nonostante la storia goda di un buon ritmo e di personaggi tutto sommato accattivanti, una volta concluso The Beautiful rimane un libro che lascia indifferenti, in cui i colpi di scena si vedono arrivare a chilometri di distanza e in cui in nessun passaggio legato agli omicidi, che dovrebbe trasmettere tensione, smuove davvero qualcosa nel lettore. Lo stesso gioco di mescolare paranormale, mistery e romance nell’America delle grandi promesse lo aveva condotto Libba Bray nel suo The Diviners (trovate la recensione qui) con estrema maestria, regalando una storia oscura e suggestiva. In The Beautiful andiamo in direzioni completamente diverse, che si avvicinano più a una Maniscalco con Sulle tracce di Jack lo Squartatore – ma con meno intrattenimento – e a un The Originals – ma con meno “effetto dipendenza” della soap opera. Insomma, durante la lettura mi è sembrato che The Beautiful non sapesse neanche definirsi da solo.

Le maggiori criticità: un worldbuilding insesistente e un cattivo datato

Arrivando in fondo alla lettura del primo volume che compone la trilogia di The Beautiful, mi sono ritrovata con addosso un miscuglio di sensazioni contrastanti: da una parte un forte senso di frustrazione, dall’altra una grande risata ferma in gola. La frustrazione – mi sono spiegata poi – era dovuta al fatto che dopo la lettura di circa 250 pagine io non avessi nessuna informazione sul worldbuilding magico di questa storia. Dovremmo avere dei vampiri dotati di capacità magiche, così come ogni tanto ci vengono fatti accenni a organizzazioni segrete paranormali… Eppure tutto rimane come un non detto sospeso per aria. Non ci viene spiegato nulla – che di base è un bene, perché gli spiegoni non piacciono a nessuno – ma neanche ci viene mostrato nulla. E, solitamente, il primo libro di una trilogia serve proprio a questo: introdurre elementi di worldbuilding così che non debbano essere spiegati nei successivi romanzi. E invece ci ritroviamo all’epilogo con nulla in mano. Non sappiamo niente, non abbiamo visto niente. E neanche possiamo appigliarci alla scusa che la maggior parte della trama si è concentrata sulla storia d’amore, perché anche quella è stata costruita frettolosamente e a salti e bocconi. Perciò… di cosa abbiamo letto in queste 250 pagine? La domanda resta un irrisolto.

Il secondo punto debole debolissimo  di questo romanzo è il suo villain. Colui che desidera ardentemente distruggere la famiglia dei Saint Germain e che uccide giovani donne nelle notti cittadine. Seppur banale, questo cattivone avrebbe potuto anche mantenere una sua dignità. Un vampiro assassino che si nutre del sangue di giovani donne: un classico, ma se qualcosa diventa tradizione è perché ha degli elementi funzionanti, no? E invece no, perché l’autrice sceglie di spezzare la narrazione in terza persona dal punto di vista di Celine per inserire dei capitoli in prima persona dal punto di vista dell’antagonista, il quale parla esattamente come un cattivo alla 007 degli anni Cinquanta, facendoci sanguinare gli occhi perché è un vampiro, capita? con frasi del tipo “tutto sta andando secondo i miei piani” o “il mio nemico la pagherà cara” o “la vendetta è un piatto che va servito freddo”. 

Sì, signora mia, non esistono più le mezze stagioni e non è tanto il caldo a dar fastidio, ma l’umidità

Giuro che mentre leggevo me lo immaginavo seduto sulla sua poltrona di cuoio con un gatto bianco in braccio, mentre tamburellava tra loro i polpastrelli davanti al viso. A un certo punto ho preso a saltare i suoi capitoli perché erano tutti uguali. Ma nonostante tutto mi ha fatto molto ridere questa scelta dell’autrice: il villain con la risata cattiva che si diffonde alla luce di una torcia accesa sotto il mento still remains iconic

The Beautiful ha fatto anche cose buone?

Rispondere a questa domanda è più complicato di quanto sembri. The Beautiful non si è meritato semplicemente una recensione negativa, ma è arrivato qui, nella sezione Trash Radar, per un motivo: la sua incredibile capacità di essere un libro NO che fornisce un’esperienza di lettura che potrebbe essere un grandissimo . Se, ad esempio, vi trovate nel pieno di un blocco del lettore, The Beautiful è il romanzo perfetto per uscirne. Ovviamente dovete apprezzare il genere del paranormal romance e i vampiri in mise ottocentesca devono essere pane per i vostri denti. Ma se corrispondete più o meno a questo target (di cui io faccio pienamente parte) allora una chance potreste concedergliela. 

Un’altra caratteristica che mi ha lasciato tutto sommato soddisfatta è proprio Celine, la nostra protagonista. Per una volta mi è piaciuto leggere di una protagonista pienamente consapevole della sua bellezza, ambiziosa, assetata di potere e visibilità. Dimenticate le adolescenti che si vedono brutte mentre tutto il regno maschile sbava ai loro piedi, dimenticate le insicure protagoniste alla Bella Swan, o le paladine della femminilità delicata e remissiva: Celine è una leonessa che non teme di sfoderare i suoi artigli. In alcuni punti del romanzo la sua arroganza e la sua voglia di avventura – che spesso si traduce in tendenze suicide non ben specificate – si tramutano in un’epica manifestazione di stupidità, ma questo non fa che renderla più divertente. I punti in cui si definisce “una regina delle tenebre” o una “dea oscura” nonostante sia – letteralmente – una diciassettenne scappata di casa mi hanno fatto soffocare dalle risate. Celine, sappi che ti voglio bene.

Vale la pena andare avanti con la trilogia?

Considerando il limitato numero delle pagine e la scorrevolezza della scrittura, The Beautiful resta un buon jolly da tenere in libreria per quando si ha voglia di letture leggere, che ci riportano ai bei vecchi tempi in cui sbavavamo dietro a Demon Salvatore e in cui i vampiri non dovevano avere senso, ma essere solo belli e tenebrosi. Renée Ahdieh ci ha regalato una chicca anti-blocco infarcita di no-sense e trama inesistente e per questo, in certi frangenti della nostra vita, potremmo anche sentirci di ringraziarla. 

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