BEST SELLER
Una lezione di perfidia di S.T. Gibson, la recensione

Una lezione di perfidia di S.T. Gibson, la recensione

Ad aprile 2025 Ne/oN, imprint di Edizioni e/o dedicata alla narrativa fantastica, ha pubblicato in Italia Una lezione di perfidia di S.T. Gibson, nella traduzione di Tiffany Vecchietti. La casa editrice, che ormai da mesi consegna nelle mani dei lettorə titoli che stanno dimostrando di avere una certa incisività sul panorama di genere, si cimenta per la prima volta con l’intrigante figura del vampiro, e per farlo comincia proprio dalla penna di S.T. Gibson, autrice di uno dei retelling di Dracula più interessanti che possiate trovare in libreria. 

Con Una dote di sangue (di cui vi ho già parlato sul blog), Gibson ha ampiamente dimostrato di saper giocare con i mostri della tradizione per dimostrare quanto essi sappiano parlarci dei meandri più reconditi dell’umano. Se Una dote di sangue è il retelling della storia del vampiro più famoso del mondo (anche se declinata attraverso un female gaze inaspettato), stavolta Gibson ci propone una riscrittura della prima vampira in letteratura: Carmilla di Sheridan Le Fanu.

Carmilla ma in un college americano degli anni Settanta

Laura Sheridan è una ragazza di provincia, cattolica praticante con una grande passione, e un altrettanto grande talento, per la poesia. Quando ha l’occasione di trasferirsi a Boston per studiare nel college femminile Santa Perpetua, non perde tempo a fare i bagagli. Il Santa Perpetua è un luogo che sembra fatto su misura per lei: ospita ampie biblioteche in cui isolarsi, è popolato unicamente da ragazze, la maggior parte delle quali sono brillanti e amichevoli, e le offre l’opportunità di seguire un esclusivo corso di poesia tenuto dalla magnetica professoressa De Lafontaine. Ma la spensieratezza che i suoi primi mesi di college sembrano prometterle viene infranta dalla presenza di Carmilla, una studentessa all’ultimo anno sua compagna di corso durante le lezioni di De Lafontaine, la quale sembra aver stretto proprio con Carmilla un rapporto speciale, più intimo e confidenziale rispetto a quello riservato alle altre studentesse. 

Divisa tra un’irragionevole ossessione per Carmilla e una profonda gelosia per il feeling che questa sembra avere con la loro professoressa, Laura inizierà una lenta discesa nell’oscurità al cuore della relazione tra le due donne: una affamata di vita, istintiva e ambiziosa; l’altra un pozzo di segreti, pericolosa come uno splendido serpente. Tra le tre si andrà così a creare un legame profondo quanto la tana del Bianconiglio; un legame in cui l’amore oscilla come un pendolo tra la morbidezza torbida della passione giovanile e il sottile odore ferroso di uno zampillo di sangue.

Una lezione di perfidia, tra stile e coordinate per la lettura

Una lezione di perfidia arriva in Italia dopo il successo di Una dote di sangue, romanzo che ha insegnato ai lettorə italianə a conoscere S.T. Gibson. Autrice dalla penna barocca, si è fatta immediatamente riconoscere come una voce originale nel panorama new adult: le sue storie sono sempre ricche di ombre ed erotismo, elementi declinati in una scrittura densa, particolareggiata, che potrebbe frenare chi ama le storie più dinamiche e gli stili di scrittura più asciutti. Le principali critiche che infatti sono state mosse nei confronti di Una dote di sangue sono quasi tutte legate allo stile dell’autrice, considerato esageratamente ampolloso e, di conseguenza, pesante da affrontare. L’autrice di questo articolo è una grande fan della scrittura altezzosa e baroccheggiante di tuttə queglə autorə che nei loro libri sembrano voler recuperare lo spirito di Oscar Wilde per calarlo in storie dedicate alle librerie contemporanee; tuttavia comprende anche chi, invece, viene frenatə proprio da questa caratteristica. 

Oggi sono qui per rassicurare proprio chi tra voi ha sentito prurito durante la lettura di Una dote di sangue: Una lezione di perfidia è un testo ben diverso. Gibson sembra abbandonare un po’ di quella ricchezza performativa senza tuttavia rinunciare alla sua personalità autoriale: il romanzo rimane pregno di liricità, di momenti evocativi, di descrizioni ricche di simboli. L’insieme risulta però piacevolmente alleggerito, lasciando la possibilità a chi legge di concentrarsi meglio sulle dinamiche interne tra i personaggi e sulla loro caratterizzazione. D’altronde, sempre di vampiri si parla e sempre in una relazione tossica (tossicissima) andremo a impelagarci. Ma dimentichiamo il “villain” quasi aleatorio del precedente romanzo: Una lezione di perfidia si presenta come un libro ben più solido, che sa dove vuole arrivare, raggiungendo la meta finale senza perdersi troppo nell’esercizio di stile. 

Vampirismo, queerness e relazioni tossiche: i tre pilastri di Una lezione di perfidia

Come vi preannunciavo, non si va troppo lontano da quello che già avevamo visto raccontare in Una dote di sangue. S.T. Gibson ci presenta ancora una volta la sua passione per l’intreccio tra vampirismo, queerness e relazioni tossiche. Partiamo dal primo elemento: i vampiri. Al contrario del suo retelling di Dracula, in cui l’elemento paranormale del vampirismo era più approfondito e orrorifico, in Una lezione di perfidia l’autrice segue le indicazioni di Le Fanu per presentarci una storia sì di vampiri, ma dove questa creatura assume delle sfumature più concettuali, psicologiche ed erotiche, utili per parlare di una relazione saffica dai contorni torbidi, in cui gli spettri della co-dipendenza affettiva e della possessività aleggiano perpetuamente. 

All’inizio sentivo sempre dolore, acuto e pungente, poi una sorta di calore formicolante che si diffondeva dalla ferita lungo il collo e attraverso il petto. Non era esattamente piacevole, ma piuttosto un dolce fastidio. Sussultai quando mi morse, concentrandomi sulla poesia per distrarmi dalla sofferenza, ma poi mi abituai alla sensazione di essere trafitta e mi rilassai sotto al suo tocco.

Una lezione di perfidia, S.T. Gibson

La queerness permea l’intera letteratura di Gibson arrivata finora in Italia (e non solo). In Una lezione di perfidia vediamo l’autrice cimentarsi con una storia d’amore tra due donne in un contesto collegiale nell’America degli anni Settanta. Questi elementi potrebbero far scattare nella mente dei più un campanello d’allarme: eccoci nuovamente alle prese con una storia drammatica, in cui i personaggi non etero sono destinati a un percorso di repressione o di punizione. E invece no! Il Santa Perpetua sembra infatti un ambiente tanto favorevole per i vampiri quanto per le persone queer. La sessualità dei personaggi non viene mai presentata come un ostacolo all’azione, quanto semmai come il motore della storia. Quella di Laura e Carmilla è una storia trainata da passioni profonde e desideri accesi, che tuttavia non relegano la relazione saffica a una dimensione macchiettistica e voyeuristica: l’autrice riesce a tratteggiare un rapporto in cui l’interesse per i sentimenti, la psicologia dei personaggi e la scoperta erotica si equivalgono, sviluppandosi fianco a fianco all’interno di una coppia complessa.

Sentii i vincoli che ci legavano tendersi, come un filo da ricamo annodato alle sue costole e alle mie. Per tanto tempo non avevo desiderato altro che essere posseduta da lei, ritrovarmi completamente invischiata nel suo mondo finché non avrei avuto più alcun ricordo delle squallide banalità della fanciullezza. Eppure, in quel momento dentro di me si aprì una piccola voragine di paura. All’improvviso era diventato difficile respirare, come se tutta l’aria fosse stata risucchiata via dalla stanza. Volevo disperatamente aprire una finestra e far entrare la brezza notturna, ma De Lafontaine mi attirò più vicina a sé, spremendomi l’ultimo respiro dai polmoni.

Una lezione di perfidia, S.T. Gibson

In ultimo, ecco che entrano a gamba tesa le dinamiche tossiche di una relazione disfunzionale, stavolta affrontate attraverso il legame tra una professoressa e la sua studentessa prediletta. De Lafontaine è un personaggio complesso, capace di provare tanto dolore quant’è quello che è in grado di infliggere al prossimo. L’affascinante professoressa di poesia è un ragno che tesse abilmente l’ampia ragnatela in cui Carmilla per prima verrà intrappolata. S.T. Gibson ha la possibilità di toccare il delicato tema delle relazioni affettive che si mescolano alla disparità di potere; della co-dipendenza emotiva e della possessività.

Permea tutto il romanzo una sensazione di soffocamento: De Lafontaine ha il potere di entrare in scena e di permanere sulla pagina come una presenza estenuante, che ci priva di ogni energia. Oltre a essere un vampiro del tipo più classico, la professoressa è anche ciò che definiremmo come un vampiro energetico, che depriva le sue studentesse delle loro istanze giovanili, della loro fanciullezza, delle energie necessarie per vivere l’età delle follie e della spensieratezza. Ossessionata da un amore che non può avere se non attraverso il controllo e la violenza, la nostra vampira è una millantatrice delle bellezze sofferte dell’eternità, sempre pronta ad accusare Laura e Carmilla di non capire le rinunce della vita eterna… ma anche impegnata perennemente a far annusare loro l’inebriante profumo della sofferenza e del sangue versato. 

Dovreste leggere Una lezione di perfidia se...

Una lezione di perfidia è il libro che stavate aspettando se non potete fare a meno di drizzare le orecchie ogni volta che una casa editrice annuncia una nuova uscita che ha a che fare con la figura del vampiro. Non aspettatevi un retelling classico di Carmilla: non ci saranno le ampie vestaglie di due eroine romantiche, né i castelli diroccati di un gotico ottocentesco. 

Eppure, Una lezione di perfidia si manifesta come un romanzo profondamente legato a quella tradizione, in cui la psiche dei personaggi contagia tutto il resto, dall’ambiente ai fiori che crescono nella serra del Santa Perpetua. Non potrete far a meno di affezionarvi alla storia di Laura e Carmilla, così come non potrete evitare di fremere sotto il gentile tocco della penna di S.T. Gibson, autrice che ogni volta si dimostra capace di cantare in egual misura l’amore più puro e le relazioni più torbide. Il risultato è un perfetto equilibrio tra tenerezza e violenza, tra sangue e miele, tra gentilezza e perfidia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *