Illabirinto del faunosi categorizza come una fiaba moderna, eppure sospesa nel tempo, tra Storia e Magia, firmata dal regista messicano Guillermo del Toro. Oggi è possibile recuperarla suAmazon Prime.Si tratta di una pellicola del 2006 che mescola il genere storico con la meraviglia del mondo delle fiabe alla quale non può mancare una punta di horror.
La trama (senza spoiler): Tra incubo, guerra e fiaba
Ambientato nella Spagna sotto il regime di Francisco Franco del 1944, il film segue le vicende della piccola Ofelia, costretta a trasferirsi con la madre incinta nella casa del nuovo patrigno, il terribile capitano Vidal. Mentre il mondo attorno alla bambina è segnato dalla violenza della guerra civile e da un regime repressivo, Ofelia scopre un mondo magico e naturale, nel quale verrà guidata da un Fauno che le rivela la sua vera identità, ovvero la reincarnazione della principessa Moanna, figlia del Re del Mondo Sotterraneo. Per tornare dai suoi veri genitori e dal suo popolo, Ofelia dovrà affrontare tre prove prima che la luna sia piena, in un crescendo di paura e difficoltà.
Il labirinto del Fauno, due mondi a confronto
Ne Illabirinto del Fauno si fa preponderante il connubio tra narrazione storica e mondo fiabesco, riscritto in una chiave orrorifica molto vicina alle sue origini folkloristiche, prima delle edulcorazioni dei Grimm e dell’immaginario Disney. Del Toro particolareggia una storia particolare, ricca di scelte eccessive e improbabili, le quali, tuttavia, appartengono più alla dimensione del “reale” che a quella dell’immaginario. In una delle prime sequenze, l’atto di crudeltà gratuito che serve a mostrare come il capitano Vidal sia un uomo senza scrupoli o sentimenti si rivela più assurdo ed inumano rispetto alle terrificanti sfide che Ofelia è costretta ad affrontare nel Sottomondo.
La fotografia ci permette di fissare dei confini tra realtà e mondo fatato: il primo è caratterizzato da colori freddi, con una particolare sovrabbondanza di blu, mentre il secondo è bagnato dai toni caldi che richiamano l’infanzia e nei quali troneggia il giallo. Solo nella parte finale questi due mondi si scontrano in maniera definitiva grazie al blu della notte e il giallo del fuoco. Anche le prove di Ofelia sono caratterizzati da scontri emotivi forti, partendo dal disgustodella prima, al terrorenella seconda per poi passare al sacrificio nella terza. Vediamo quindi a contrasto tre creature orribili con il vero mostro di questa storia, il capitano Vidal, personaggio che rappresenta l’orrore di una dittatura: l’uomo che non pensa ed è spietato, guidato dalla brutalità e dal senso del dovere. Tramite questi contrasti il film risulta potente e storicamente curato con una scenografia che sfiora l’espressionismo.
L’infanzia rubata e il trauma della guerra
Al di là della componente fantastica, Il labirinto del Fauno è anche una denuncia della violenza politicae familiare. Ofelia viene spinta a crearsi il suo mondo immaginario per sfuggire all’orrore di ciò che la circonda: un patrigno violento e una madre molto malata. Questo arricchisce il senso di un’infanzia che viene portata via con la forza; è proprio questa seconda realtà che spinge la bambina ad avere coraggio ed ad affrontare le sfide della vita. Ed è questo che la porta nel finale a compiere il sacrificio, permettendole così di scappare definitivamente da una realtà troppo dura. In un certo senso, qui le vittime si trasformano in eroi, che trovano la propria forza nella fantasia (Ofelia), nella ribellione (il medico, i ribelli e la domestica) e nel sacrificio (Ofelia e sua madre).
Un’opera d’arte indimenticabile
Il labirinto del Fauno non è solo una storia per ragazzi dai toni dark, ma una critica forte alle dittature e alle guerre che ancora oggi governano il nostro mondo, dimostrandosi una pellicola attuale anche dopo vent’anni dalla sua uscita al cinema. Del Toro ci lascia un’opera che commuove, meraviglia, inquieta e fa pensare. Un film che dimostra come la fantasia e i bambini custodiscano una chiave incisiva per raccontare le verità più dolorose.