OPINIONISTA
Film spooky per una serata da brivido

Film spooky per una serata da brivido

Manca pochissimo al giorno più spooky dell’anno, quello di Halloween; e al 31 Ottobre ci si deve arrivare con una certa preparazione, specialmente in fatto di cinema! A ragione, la Redazione di Strega in biblioteca vi propone un bottino di titoli che animeranno di brividi le vostre serate di ottobre. In questo viaggio, da fare rigorosamente a luci spente, vi consiglieremo tantissimi film molto diversi tra di loro, concepiti per ogni gusto (fifoni e fifone che non sopportano neanche Coraline e la porta magica, non temete, c’è qualcosina anche per voi!), ma tutti accomunati da una parola: brivido. Perciò mettetevi comodi, allacciate le cinture e preparatevi per un piccolo tour dell’orrore nel magico mondo del cinema.

Amori & Incantesimi: la commedia spooky sulle streghe innamorate

Non potevo risparmiarmi dal consigliarvi spassionatamente uno dei miei film preferiti in assoluto che, si dà il caso, sia anche uno dei film più autunnali mai concepiti. Le sorelle Owens, Sally e Carotina, (rispettivamente interpretate da due stupende Sandra Bullock e Nicole Kidman) sono streghe. Nella loro villa bucolica in legno bianco, sono cresciute insieme alle zie imparando a padroneggiare le arti magiche, purché nulla di tutto ciò riguardi l’amore. Infatti, una terribile maledizione condiziona la vita delle donne Owens da secoli: chiunque si innamori di loro è destinato a morireSally, la più dolce e razionale delle sorelle, decide allora di compiere, quando è ancora una bambina, un incantesimo: il suo vero amore sarà un uomo dalle caratteristiche impossibili: occhi di diverso colore, uno azzurro e uno verde; sa far volteggiare le frittelle; una stella luminosa sul petto. Insomma, un uomo che, ovviamente, non può esistere. Ma, una volta cresciute, le sorelle Owens si ritroveranno a fronteggiare una terribile minaccia, che le porterà a dubitare di tutto ciò che hanno sempre creduto: la magia è sempre utile a risolvere i problemi? La maledizione può essere spezzata? Uomini con occhi di diversi colori, con stelle sul petto e che sanno far roteare le frittelle in aria possono esistere davvero? 

Amori & Incantesimi è una deliziosa commedia che unisce in sé elementi diversificati che si mescolano alla perfezione: l’amore tra sorelle, il pregiudizio, il lutto, il vero amore, la violenza sulle donne. Arricchito da interpretazioni semplicemente adorabili e da una colonna sonora firmata da Stevie Nicks, la pellicola di Griffin Dunne scalda il cuore e si lascia guardare a ripetizione, specialmente se a farci compagnia c’è una tazza di cioccolata calda sormontata da panna montata. Esilarante, con una trama semplice ma d’impatto, geniale nella sua capacità di rendere tutto perfettamente equilibrato, tra il sensuale e il tenero, rispecchiando i caratteri di Carotina e di SallyAmori & Incantesimi è il mio film coccola per eccellenza. Ovviamente non mancano le atmosfere spooky! Stregonerie, rituali, possessioni demoniache, presenze inquietanti si uniscono in un matrimonio perfetto alla componente romance e a quella comica del film, rendendo Amori & Incantesimi perfetto anche per chi ad Halloween (nonostante non sia un fan dell’orrore e dello spooky) non voglia rinunciare a quale sussulto sul divano.

Scritto da: Martina Borgioni

Dracula di Bram Stoker: il re della notte, dei vampiri e dello spooky

Esiste un film spooky più classico di questo? Io credo di no. Il Dracula di Bram Stoker, diretto da un Coppola in splendida forma, è IL film sul mostro più famoso di tutta la letteratura gotica. Il vampiro, interpretato dal magnetico Gary Oldman, in questa pellicola d’altri tempi rappresenta tutto quello di cui l’Essere umano ha terrore dai secoli dei secoli: l’ignoto, lo straniero, l’oscuro, l’eroico. Dracula è tutto questo. È una creatura sotterranea, orribile e oscena, eppure splendidamente elegante e sensuale. È carne e spirito, terrore e attrazione: la contraddizione fatta personaggio.

Veniamo a parlare del film in sé. Che Coppola sia un regista magnifico non sarò di certo io a specificarlo, ma posso dirvi per certo che il suo Dracula è una delle migliori trasposizioni di sempre per quanto riguarda gli adattamenti di classici della letteratura. Ruvido nella sua essenza orripilante, esattamente come è spesso ruvida la scrittura di Bram Stoker, il Dracula di Coppola è uno dei pochi film che possono concorrere in quella sfida che noi tutte conosciamo bene, che vede come rivali pagine scritte e frame.

A generare in me tanto amore nei confronti di questo film è anche il cast stellare (eppure non classicamente hollywoodiano) che lo compone. Nei panni di Dracula, lo abbiamo detto, c’è Gary Oldman, imbattibile quando si tratta di ruoli conturbanti e oscuri, inquietanti e irresistibili. Segue Jonathan Harker con il volto delicato di Keanu Reeves, che con quegli occhi dolci e quel viso di eterno fanciullo esprime l’essenza ingenua e innamorata del giornalista sfortunato. Mina è interpretata dell’eterea Winona Ryder, attrice simbolo del cinema nato per intrattenere il pubblico durante la notte di Halloween. E come dimenticare l’immancabile Dottor Van Helsing, che solo un imperioso Anthony Hopkins poteva interpretare senza sembrare ridicolo con paletto di legno in una mano e crocifisso nell’altra?

Costruito con un ritmo serrato, Dracula di Bram Stoker è il film adatto se si vuole vedere una pellicola capace di far tremare e rabbrividire senza mai spaventare a morte. Non è il jump scare o il mostro orripilante a rendere questo film spooky, ma la filosofia squisitamente gotica che vede al centro dei terrori umani l’ignoto. Il mistero, la scaltrezza, il desiderio malato, la disperazione muta. Questi sono i sentimenti vittoriani che hanno spinto Stoker a plasmare il suo Dracula, in questa pellicola perfettamente trasposto come bestia immortale e al contempo fragile.

Scritto da: Martina Borgioni

Midsommar - Il villaggio dei dannati

Se vi dicono che non possono farvi paura fiorellini colorati e balli di festa non hanno mai visto MidsommarFilm del 2019 di Ari Aster, è una produzione orrorifica originale e devastante, che presenta per la prima volta (o quasi) un film horror dalle tinte colorate, estive e favoleggianti, che inganna lo spettatore in una tragedia horror che approfondisce un’antica cultura di un popolo nordico.

La storia è quella di Dani (Florence Pugh), depressa e avvolta in una relazione tossica, che accompagna il fidanzato e i suoi amici in una vacanza di gruppo in Svezia per partecipare al “midsommar“, una celebrazione di mezza estate che viene organizzata da una comunità del luogo rurale e semplice. Dopo il primo banchetto di festa e gioia però il villaggio ospitante mostra la sua vera natura e la sua sete di sangue sacrificale

Il regista, qui alle prese con il suo secondo lungometraggio, prende il genere horror classico, quello buio, scuro dove non si vede nulla se non grazie al flash della telecamera, e lo capovolge completamente. Midsommar è colorato, vivace ma è qui che giocano i dettagli: i colori sono vivaci ma coperti da una patina opaca, quasi a voler comunicare allo spettatore che qualcosa di brutto sta per accadere e forse “qualcosa di brutto” è un eufemismo. Ari Aster rovescia completamente il calzino del genere horror per scivolare lentamente, con grazia e inquietudine, nella tana del lupo. Un lupo travestito da pastore innocente devoto alla sua fede abbastanza da squartare un uomo, e fare anche peggio.

Scritto da: Diletta Chiarello

The Visit: “sei così tenero che ti mangerei!”

Ma perché non andiamo a trovare i nonni che non vediamo da anni? Cosa potrà mai succedere, sono due simpatici anziani ormai più di là che di qua… dicevano i due bambini protagonisti di The Visit. Il film horror del 2015 di M. Night Shyamalan ha riproposto la favola di Hansel e Gretel rendendola più spaventosa dell’originale.

I due protagonisti sono i due fratelli Becca e Tyler, che vanno a trascorrere una settimana da quei nonni che non hanno mai conosciuto per via dei trascorsi tra loro e la mamma. L’inizio di The Visit è calorifico, si avverte solo un pericolo lieve, ma la prima idea è che la casa dei nonni possa andare a fuoco visti tutti i deliziosi biscotti che la nonna sforna ogni volta. Poi arrivano le regole: non uscire dalla stanza da letto dopo le 21.30, per nessuna ragione. I due fratelli, colti dai dubbi e dalla curiosità, installano una telecamera nascosta in soggiorno ed è allora che inizia la paura e i nonni non sembrano più così innocenti e innocui come prima, anzi, tutt’altro.

È un film veloce, dinamico e coinvolgente, ha una colluttazione finale leggermente fantascientifica, ma comunque riesce a tenere col fiato sospeso nei suoi istanti di più alta tensione. Uno di quei film da guardare con la luce accesa e il forno spento, poi capirete e mi ringrazierete. Aggiungo che però se siete dei divoratori del genere horror The Visit, con il suo linguaggio violento e scene di nudo che non avreste mai voluto vedere, sarà come mangiare una tazza di biscotti a colazione. 

Nel caso contrario, mangerete dei biscotti andati a male.

Fright Night - Il vampiro della porta accanto

Charlie (Anton Yelchin) vive insieme alla madre Jane (Toni Collette) nella anonima periferia di Los Angeles, in un conglomerato di villette tutte uguali che a stento si può definire un sobborgo. Da qui la gente va e viene, così nessuno si sorprende quando alcuni compagni di classe mancano a lezione. L’unica, vera novità, se ‘novità’ può essere un trasloco, è l’arrivo di un nuovo inquilino nella casa accanto alla loro. Per il resto, tutto nella norma: da un po’ di tempo a questa parte (leggasi: da quando ha smesso di giocare ai supereroi) Charlie esce con la bellissima Amy (Imogen Poots) e anche i ragazzi più popolari non disdegnano la sua compagnia. Quando, in disparte, l’amico rinnegato Ed (Christopher Mintz-Plasse) gli assicura che il suo vicino è un vampiro e di averne le prove, Charlie non sa se ridere o prenderlo a pugni. Per quanto sia da brividi vedere sua madre che flirta con lui, Jerry (Colin Farrell) rimane una persona per bene. Eppure sarà proprio la scomparsa di Ed a instillare in Charlie il dubbio che forse forse Jerry ha preso troppo alla lettera l’essere un figo da paura

Scritto da Marti Noxon (sceneggiatrice di Buffy, l’ammazzavampiri) e diretto da Craig Gillespie (Tonya e Pam & Tommy vi dicono niente?), Fright Night è il remake dell’Ammazzavampiri (1985), ma ha una dignità tutta sua anche se, come me, lo approcciate come film ‘originale’. Attraverso un mix di horror e comedy, Fright Night riporta il vampiro alla violenza ferina delle leggende in un periodo cinematografico e televisivo in cui lo si ritrovava addomesticato. Il vampiro interpretato da Colin Farrell è famelico e carico di una dose di erotismo non indifferente. Non se ne sta ad aspettare che le sue vittime facciano un passo falso per attaccare, ma come i cugini di Twilight e The Vampire Daries, a cui il film non risparmia qualche frecciatina (o dovremmo dire paletto di legno?), anche lui fa leva sul suo bell’aspetto per attirare la vittima di turno. Ultimo aspetto degno di nota: un David Tennant sopra le righe e ancheggiante nei panni del cacciatore di vampiri e occultista da palcoscenico Peter Vincent

Scritto da: Luisa Canzoneri

Crimson Peak: la favola spooky di Guillermo del Toro

È la notte del funerale quando Edith (Mia Wasikowka) rivede sua madre. La sente sporgersi al di sopra della sua spalla, le lunghe dita artigliate agli sbuffi della sua vestaglia. Labbra nere come il colera che l’ha consumata sibilano: “Bambina mia, guardati da Crimson Peak”. Ormai adulta, Edith ha trovato come imbrigliare i fantasmi attraverso la scrittura, quasi a stabilire una forma di controllo su di essi. Ma è inchiodata a terra dal terrore quando quelle parole profetiche tornano a risuonare nella dimora dei Cushing. L’avvertimento della madre mostruosa si disperde in un giro di valzer con l’affascinante Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), ignara del passato nebuloso da cui questi è emerso insieme all’algida sorella Lucille (Jessica Chastain). Ambientato a cavallo fra XIX e XX secolo, fra Vecchio e Nuovo continente, Crimson Peak porta in scena una storia di amore — tenero, sensuale, sognante, passionale, torbido — e morte in cui il passato arranca con il suo passo strascicato dietro al futuro. Il mondo che gli Sharpe rappresentano è prossimo alla fine, ma, incancrenito, sopravvive nelle sue propaggini più mostruose.

Thriller che non abbraccia mai del tutto l’horror, Guillermo del Toro ha creato un racconto gotico per immagini, un film che si nutre delle suggestioni del genere e lo omaggia con talmente tanto da zelo da poter far serpeggiare il pensiero che la sceneggiatura manchi di originalità. Come la magione infestata di Allerdale Hall, in Crimson Peak e nelle dinamiche dei suoi personaggi riverberano gli echi delle favole nere (Barbablù, La Bella e la Bestia) e dei romanzi gotici (Rebecca, Jane Eyre, Cime tempestose). A dispetto di una trama lineare (come lineare lo era nei romanzi a cui del Toro si ispira), Crimson Peak affascina per la scenografia e i costumi dai colori saturi e vibranti, ma è attraverso la bravura e la bellezza del suo cast che irretisce chi guarda.

Passate oltre l’aspetto aberrante dei fantasmi, ché più che spettri maligni sono spiriti ammonitori. Del Toro lo insegna, non è in bella vista che si nasconde la mostruosità.

Scritto da: Luisa Canzoneri

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