RECENSIONI
Cassandra: l’intelligenza artificiale che sa farci paura

Cassandra: l’intelligenza artificiale che sa farci paura

Ho da poco terminato la nuova miniserie tedesca Cassandra, uscita il 6 febbraio su Netflix e girata da Benjamin Gutsche. Composta da 6 episodi da circa quaranta minuti l’uno, la miniserie inizia con una casa smart e finisce con l’interrogarsi su cosa significhi essere umani: Cassandra è molto più di un thriller tecnologico.

Da una settimana non riesco a togliermi dalla testa la canzoncina inquietante Guten Morgen Sonnenschein di Nana Mouskouri, che per me è la cosa più disturbante della serie. Ho pensato che scrivere una recensione avrebbe potuto liberarmi da questa ossessione, ci sarò riuscita?

La trama di Cassandra, in breve

Lo scrittore David e sua moglie Samira, artista, si trasferiscono con i figli Finn e Juno nella prima smart home costruita negli anni Settanta. Esplorando il seminterrato, Finn scopre un enorme server che gestisce tutta la casa, la nostra cara intelligenza artificiale, Cassandra. All’inizio sembra non funzionare, ma poi, durante la notte, si accende.

La trama intriga fin da subito. Parti convinto di star guardando un certo tipo di prodotto, scontato e poco interessante, ma poi si rivela una vera chicca del genere thriller. Attraverso i flashback ambientanti negli anni Settanta, non si lascia nulla alla fantasia di chi guarda e i piccoli indizi sparsi tra le puntate guidano gli spettatori a prevedere la risoluzione finale. Chicche come la luce che lampeggia del forno segnalano che questa azione serve a qualcosa, non è messa lì per caso.

I personaggi, vero elemento clou della serie

Ero molto indecisa se iniziare Cassandra. Sono molto appassionata di horror, per cui ho sempre altissime aspettative per i prodotti di questo genere. Consultando diverse recensioni ho capito che si trattava di un thriller, genere con cui comunque mi vedo molto affine, e, come potrete intuire, Cassandra mi ha colpito molto, anche e soprattuto per i suoi personaggi.

David è il classico padre assente e marito distante. Si nota fin da subito la scarsissima comunicazione con Samira e la poca attenzione alle volontà dei figli. Samira, al contrario, è una donna pragmatica che, nonostante la recente scomparsa della sorella per suicidio, rimane forte e decisa per i figli. Finn è il classico adolescente con i suoi problemi, ma non per questo trascura la sua famiglia. Ha un fortissimo legame con la sorella Juno, che ho apprezzato davvero. 

Infine, il vero personaggio incasinato di questa storia è Cassandra. La donna è figlia dei suoi anni, in cui la donna era un mero oggetto utile solo a servire la famiglia e a compiacere l’uomo. Ovviamente, il marito di Cassandra è infedele, sempre preso dal lavoro, un pessimo padre e chi più ne ha più ne metta. Il figlio di Cassandra è il personaggio che ho compatito di più: il suo dolore era percepibile al di là dello schermo, più di quello di Cassandra, che comunque commette errori anche con la sua famiglia.

Cassandra e Samira: due archetipi a confronto [PARTE SPOILER]

Cassandra non è solo un’intelligenza artificiale: è il prodotto di un tempo in cui la donna era vista come un’estensione del marito, non come un individuo. I suoi errori, la sua rabbia e la sua frustrazione sono lo specchio di una generazione di donne cancellate, a cui non era permesso pensare con la propria testa o avere un’opinione. Questo si riflette in molte scene all’interno della serie, soprattutto nei flashback, che non sono solo un riempitivo, ma permettono a noi spettatori di approfondire un personaggio che altrimenti saremmo portati ad odiare. Quando capisce di essere tradita dal marito; quando, sempre per volere del marito, si sottopone a una sorta di ecografia che porterà gravi danni al feto; o quando, invece di parlare con Horst dell’odio che suo figlio prova per il calcio o di ciò che succede a scuola, preferisce lasciar perdere e ignorare tutto.

Allora mi chiedo: la sua figura da moglie perfetta e madre devota è solo una facciata? Per la prima parte della domanda, la risposta è sì, Cassandra si maschera per non ammettere di aver fallito. Mentre per la seconda,la risposta viene dal finale e dalla realizzazione che mette sempre al primo posto i suoi figli, nonostante commetta comunque degli errori… ma quale genitore non lo fa?

Al contrario, Samira risulta una donna forte e indipendente, ma solo fino a un certo punto. Per come ci viene mostrata nella serie, anche lei preferisce rimanere con un uomo che sarebbe disposto a ucciderla pur di trovare un’alternativa per salvare se stesso. Il rapporto con i figli, in questo caso, è molto più comunicativo. Lo possiamo vedere quando Finn viene picchiato dal suo pseudo fidanzato, o quando Samira cerca di giustificare e proteggere Juno dopo l’incidente con la pistola a scuola. Ma nel corso della serie, visto che nessuno ascolta veramente questa povera donna, viene quasi portata alla follia. Anche qui, però, dimostra l’amore per i suoi figli nel momento in cui scappa dall’istituto per poterli proteggere da Cassandra.

L’IA come minaccia horror contemporanea [FINE PARTE SPOILER]

Cassandra non è solo una semplice intelligenza artificiale, è molto di più. È una persona reale, che ha provato dei sentimenti e che non è mai stata capita fino in fondo. Questa sua caratteristica la porta ad essere una vera e propria umanoide che, attraverso i suoi ricordi, continua a soffrire e a rivivere i traumi. A differenza della sua controparte umana, la Cassandra IA è una persona che reagisce e cerca vendetta, costruendosi un mondo illusorio e cercando di colmare a tutti i costi un vuoto lasciato dalla sua precedente famiglia.

Credo che questo prodotto possa avere una chiave di lettura horror proprio in questo, l’IA come fonte concreta e attuale di terrore. Molti di noi in casa hanno apparecchi elettronici con assistenti vocali come Alexa o Siri. È vero, la distanza con Cassandra è evidente, ma se anche questi prodotti arrivassero a quel livello di coscienza? Dovremmo imparare a gestire un nuovo membro in famiglia?

Uno spunto interessante che ho trovato nella creazione della Smart House sta proprio nella metafora di un corpo abitato da un IA che ne prende possesso e che è in grado di gestire tutto. Alla fine, la domotica non punta a questo?

Cassandra, un thriller che fa riflettere

Cassandra non è solo una miniserie ben scritta, è un racconto stratificato che riesce a mescolare tecnologia, emozioni e traumi familiari senza mai risultare banale. Nonostante parta da premesse e temi che sembrano già visti, riesce a sorprendere, a far riflettere e in certi momenti anche a spaventare. È una storia che parla di famiglia, di IA ma anche di solitudine, identità e fallimento. Nessun personaggio è davvero innocente, ognuno si porta dietro le proprie colpe e le proprie ferite — e forse è proprio questo che rende Cassandra così umana, nonostante sia una macchina.

Per me potrebbe tranquillamente essere la serie dell’anno. Merita attenzione e un approfondimento delle diverse tematiche da parte dello spettatore. Se cercate qualcosa di ben strutturato, con diverse sottotrame e un approfondimento psicologico, sono sicura che questa serie farà al vostro caso. Alla fine, l’unica vera domanda che rimane è: e se un giorno Cassandra fossimo noi?

Guarda il trailer di Cassandra

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