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Oscuri talenti: tra classico e contemporaneo

Oscuri talenti: tra classico e contemporaneo

Le urla concitate, i fucili che sparano, i cavalli che corrono nell’erba alta e una ragazzina afroamericana che corre per salvarsi la vita e ritrovare la libertà. Così J.M. Miro apre al lettore le porte di Oscuri talenti, edito da Bompiani Edizioni e uscito nelle librerie italiane il 19 ottobre 2022.
Una ragazza anonima, in quel periodo solo una delle tante che servivano per coltivare i campi e per soddisfare gli appetiti sessuali dei loro padroni bianchi. Il lettore riesce quasi a sentirla, la paura della ragazza, il cuore che le esplode nelle orecchie, il fiato corto, il sudore che le imperla la pelle, e la ferma volontà di riuscire a sopravvivere. Sarà lei, Eliza Grey, che porterà il lettore al vero protagonista della storia: un bambino, indifeso, che giace piangente sul corpo ustionato di una donna. In quella notte piena di morte, dopo essere riuscita a sopravvivere per un soffio, ecco la vita: fragile e luminosa; come quel neonato che ha la capacità di rendersi luminoso come un faro nella notteEcco che incontriamo il primo di una lunga lista di talenti, con cui J.M. Miro costellerà le oltre 600 pagine del suo libro, tra le cui pagine il lettore si accomoda, pronto ad affrontare un viaggio difficile, la cui prima tappa è Londra.

Londra e la geografia sociale di Oscuri talenti

La Londra che nasce dalla penna abile di J.M. Miro per ambientare Oscuri Talenti è uno spaccato reale di una città fatta di nebbia che diventa la base ottimale per la creazione di un mondo fantastico e oscuro. Camminando tra le stradine mal illuminate e maleodoranti della città, l’autore ricostruisce alla perfezione il periodo storico, immettendo nell’ordinarietà propria del 1882 un elemento di disturbo: l’esistenza di persone straordinarie: i talenti. Ragazzini poveri, emaciati, rifiutati dal mondo e costretti a nascondersi nel buio della notte per sperare di sopravvivere, sopprimendo la loro stessa natura e mimetizzandosi tra mille altri ragazzini sfortunati.

J.M. Miro crea a Londra non solo una base narrativa ma anche fisica, in cui durante le vicende spesso rappresenta un posto sicuro, la cosa più vicina a casa che i portentosi e sfortunati orfani riescano ad immaginare. La storia si muove, però, in lungo e in largo per il globo, abbracciando non solo l’Occidente ma anche l’Oriente, inserendo nello stesso contesto periodi storici contemporanei ma che spesso la letteratura ha trattato in maniera netta e divisa.

Nel mondo di Oscuri talenti niente è mai bianco o nero, assolutamente buono o cattivo, si naviga sempre tra le mille sfumature del grigio, proprio come succede nella vita reale. Gli stessi talenti non sono di per sé un qualcosa che deve portare il possessore ad essere una persona migliore, da grandi poteri non necessariamente derivano grandi responsabilità, soprattutto se si tiene conto delle realtà povere da cui provengono i personaggi di Oscuri talenti.

È un po’ la domanda a cui non si riesce mai veramente a dare una risposta: se avessi la capacità di vendicarti di tutti quelli che ti hanno fatto del male, lo faresti? È questo il dilemma morale davanti a cui si ritrovano quotidianamente questi bambini speciali. È difficile riuscire ad inquadrare una qualche sorta di giustizia in un mondo che resta indifferente alla vista di ragazzini soli e tristi, o che peggio, li disprezza per la loro etnia.

Poteri magici come riflesso del proprio io

L’autore crea un gioco di specchi molto interessante in cui i poteri sembrano quasi rappresentare i desideri più nascosti degli stessi ragazzini, che pian piano incontriamo tra le pagine di Oscuri talenti di un mondo vasto e complicato. Senza dare troppi dettagli che possano rovinare la lettura, è comunque giusto fare qualche riferimento più preciso ai personaggi secondari del volume.

Ribs, ragazzina sboccata dai capelli rossi, ladra di borsellini, può rendersi invisibile. D’altronde, nello spaccato di realtà che il libro tratta, nessuno l’avrebbe mai degnata di uno sguardo. Senza contare che, in fondo, essere invisibile sarebbe molto utile ad un ladro. Charlie, ragazzo afroamericano cresciuto nell’America di fine Ottocento, maltrattato ad ogni occasione per via del colore della sua pelle, ha la capacità di guarire da qualsiasi ferita, quasi una beffa nei confronti dei bianchi che vorrebbero cancellare la sua esistenza. Oskar, invece, ha una paura matta di restare da solo. Il suo potere quindi gli dona la capacità di costruirsi con carne e ossa qualcuno che gli stia sempre vicino.

“Esistono cinque categorie di talento” […] “Morfi, faber, camaleonti, maestri della polvere e glifici. […] Prima di tutto i morfi. Sono in grado di potenziare il loro corpo. […] Dopo vengono i faber, in grado di animare spoglie mortali. Le scuotiossa, che svegliano gli scheletri fischiando, sono faber. E lo è anche Mr Czekowisz il tuo amico Oskar, con il suo titanocarne Lymenion. La terza categoria sono i camaleonti, in grado di alterare le sembianze della propria carne: Miss Ribbon, come sai, può diventare invisibile. Altri cambiano addirittura fattezze. Al quarto gruppo appartengono i maestri della polvere, come Miss Onoe, che controllano e manipolano le proprie cellule morte finite nella polvere, legandovi altre particelle. Infine, i glifici. Ma si tratta di una specie bizzarra e insondabile; evolvono secondo il proprio talento, così come un albero cresce sul pendio di una collina. Sono solitari e potenti e per trovarli bisogna andare da loro. Il loro dono -o la loro condanna- è la capacità di vedere la tela che ci collega tutti e di seguirne i fili. Hanno un potere immenso.”

Oscuri talenti e la saga di Miss Peregrine

Come nella saga di Miss Peregrine, gli orfani, i ragazzi speciali, i talenti, sono riuniti in una sorta di magione, che dovrebbe rappresentare un porto sicuro per queste anime sofferenti. Sebbene ad una prima occhiata i due libri sembrino in qualche modo abbastanza simili, basta addentrarsi nel mondo creato da J.M.Miro per capire che i romanzi hanno in comune solo l’esistenza, al centro della narrazione, di bambini con capacità straordinarie.

“[…] lo scudo ci tiene al riparo dagli occhi indiscreti della gente comune. Si spaventerebbero a morte se vedessero cosa succede qui… Se qualcuno tentasse di penetrare nella tenuta senza invito, finirebbe sopraffatto da un forte senso di disagio, un… malessere, che alla fine lo travolgerebbe completamente. Farebbe marcia indietro prima ancora di aver camminato per dieci passi, anche se non sarebbe in grado di spiegare il perché. Il Cairndale ha una certa… fama, per questo motivo. Casomai dovessi allontanarti, te ne accorgeresti. Gli abitanti del posto ti guarderebbero con so- spetto, con timore.”

Il mondo di Oscuri talenti è più cupo, sporco, un crescendo di segreti e rivelazioni che porteranno il lettore a mettere in dubbio le consapevolezze acquistate durante la lettura. Grazie ad una penna consapevole, J.M. Miro riesce a delineare nei suoi personaggi le caratteristiche di personalità letterarie memorabili, come la sete di potere del dottor Faust e la natura dualistica del dottor Jekyll, vittima e carnefice della stessa realtà vittoriana in cui si immette Oscuri talenti.

Se ti è piaciuto Oscuri talenti, allora devi leggere...

Il libro firmato J.M. Miro è un calderone ribollente di temi presenti già da decenni – se non secoli – nel mondo letterario. Inquadrare in questo volume delle fonti troppo precise risulta difficile, ma si possono comunque citare grandi autori che, in qualche modo, possono aver dato il loro contributo nella formazione dell’opera. Primo tra tutti Charles Dickens, che con la sua Londra povera e sporca ha segnato la letteratura dell’Ottocento. Riprendendo poi i testi sopracitati, possiamo inserire in questa lista il Faust e Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde.
Con un salto passiamo al XXI secolo e, oltre al già citato La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine, la narrazione strizza l’occhio al più recente filone letterario che si inserisce sotto il cappello di “dark academia”, trovando alcune affinità con La nona casa, di Leigh Bardugo.

“Tutto ciò che esiste ha due facce, […] una scoperta, l’altra nascosta, diciamo. E così, sempre e comunque. Ma immaginate che entrambe le facce siano scoperte. E che quella nascosta sia una terza faccia, una faccia che non si vede mai. Dentro la moneta. Ora, i vivi e i morti sono come le
due facce di questa moneta. E gli orfani, i… talenti sono come la terza faccia, quella nascosta.”

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