Le Cronache di Narnia: Netflix acquisisce i diritti
Passione remake delle grandi saghe fantasy in questi ultimi tempi: dopo l’acquisizione de Il Signore
degli Anelli da parte di Amazon e la recente conclusione della serie tv Prime Video Gli Anelli del Potere, basata sulle sue appendici, giunge la notizia dell’acquisizione dei diritti di un altro
caposaldo del fantasy da parte della società di distribuzione Netflix, intenzionata, secondo i primi
rumors, a trarne almeno due lungometraggi dal capolavoro di C.S Lewis Le cronache di Narnia.
Sarà Greta Gerwing a dirigere i nuovi film su Narnia?
Le voci di corridoio non si sono fatte attendere ed è addirittura saltato fuori il nome di Greta Gerwig, regista e autrice di Lady Bird (2017) e Piccole Donne (2019), che hanno fatto incetta, se non di premi, quantomeno di candidature a Oscar e Golden Globes, nonché del nuovissimo e ancora inedito “Barbie” con Margot Robbie nei panni dell’iconica bambola e Ryan Gosling in quelli di Ken. Non è servito a nulla sottolineare che la sua partecipazione al progetto non è ancora confermata, perché, fino ad ora, la mancanza di una smentita ufficiale fa sperare i fan della regista, mentre tra gli appassionati più accaniti della saga l’entusiasmo è più tremolante, a dimostrare ancora una volta che convincere questi ultimi è una sfida molto ardua.
Un nuovo tentativo da parte di Netflix
Una saga di sette libri che è pietra miliare del genere, opera somma di C.S. Lewis – di cui ricordiamo la grande amicizia con uno dei padri della letteratura Fantasy, J.R.R. Tolkien – ritornerebbe in tv e forse al cinema 17 anni dopo l’iconica trilogia cinematografica targata Disney, iniziata nel lontano 2005 con “Il leone, la strega e l’armadio”, un primo film di tutto rispetto, capace di trasportare i giovani spettatori nel mitologico mondo di Narnia, continuata bene con “Il principe Caspian” (2008), secondo capitolo più oscuro e politico, adatto alla crescita dei protagonisti ormai diventati giovani adulti e conclusasi con uno schianto rappresentato dal terzo ed ultimo adattamento, “Il Viaggio del Veliero” (2010), che ha convinto poco gli spettatori e ancor meno la critica. Un nuovo adattamento per la famosissima piattaforma streaming risorgerebbe così dalle ceneri dell’ultimo deludente capitolo, e chissà che non diventi un vero evento cinematografico, magari distribuito anche nelle sale!
È ancora troppo presto per avere risposte definitive, ma la notizia è stata accolta in maniera borderline, la sfida di Netflix è duplice: da una parte sarà difficile adattare la materia originale partendo dalla penna di Lewis, considerato che i mezzi di Netflix sono limitati e non possono paragonarsi a quelli di Disney, né a quelli di Prime Video, che più di una volta sono stati criticati per il comparto tecnico poco curato. In una serie fantasy (a maggior ragione se si tratta di un adattamento tratto da un libro amato come Le cronache di Narnia) il rischio di sbagliare è molto alto. Dall’altra la questione sarà riuscire a far breccia nei cuori dei fan della saga cinematografica, soprattutto del primo film, che è uscito – lo ricordiamo – solo 17 anni fa… un po’ pochi per pensare a un remake, non vi pare?
Remake o novità?
Certo, se la prospettiva di un remake non è rosea, sicuramente fa sperare l’eventuale decisione di adattare un altro romanzo della saga, sto parlando de “Il Nipote del Mago”, romanzo che nella timeline si ambienta molto prima della storia dei fratelli Pevensie ed ha come protagonista il giovanissimo Digory, niente meno che il professor Kirke, il primo bambino ad avere scoperto Narnia, tanto da aver assistito alla sua creazione da parte di Aslan. Di un adattamento se ne parla da anni ma nessuno ha mai preso sulle sue spalle l’onere e l’onore di adattare una storia così caotica, una vera origin story con portali magici, viaggi tra le dimensioni, e una battaglia nelle strade di Londra. Lewis lo pubblicò nel 1955, a seguito di diverse domande ricevute dai suoi lettori che, tra le altre cose, chiedevano come facesse un lampione a trovarsi all’entrata di Narnia. Lewis aveva già pubblicato 5 libri della saga ma si rese conto che prima di pubblicarne la conclusione i lettori meritavano delle risposte, così scrisse e pubblicò la storia di Digory, della creazione di Narnia, della strega bianca Jadis e dell’Armadio Guardaroba, che dopo 40 anni avrebbe trasportato Lucy, Peter, Susan ed Edmund nella terra di Narnia dando inizio, finalmente, alla loro storia come la conosciamo.
Riproporre sempre le stesse storie, sete di denaro o desiderio di ricordo?
Da anni siamo bombardati da remake e reboot delle storie che hanno impreziosito la nostra infanzia e adolescenza. La stessa Disney, a partire dal 2015, ripropone i suoi classici in versione live action: la sua Cenerentola, questa volta in carne ed ossa, con un nuovo abito, una nuova fata madrina e una caratterizzazione del personaggio più in linea con il gusto attuale in fatto di protagoniste femminili, ha registrato incassi stellari e ha dato inizio all’epoca dei remake dei classici Disney, che con l’arrivo di Disney+ diventano sempre più numerosi; alcuni infatti sono destinati solo alla distribuzione in streaming e questo consente alla casa di produzione californiana di aumentare in maniera esponenziale i guadagni. Ma oltre alla Disney anche Prime Video non è da meno; la sua serie originale “gli Anelli del Potere” è la più vista sulla piattaforma e ha un grande successo di critica soprattutto per merito del comparto visivo che lascia a bocca aperta gli spettatori, ma anche le performance attoriali e la regia degli episodi riceve il plauso della critica e l’interesse del pubblico, che già si domanda cosa succederà nella seconda stagione. Ma la critica a meno apprezzato il comparto degli sceneggiatori, rivelando grandi falle che hanno lasciato i fan più attenti alquanto interdetti.
La scelta di un adattamento di Le Cronache di Narnia non è di per sé negativa, è solo frutto di quei meccanismi già ampiamente sperimentati per cui le grandi case di produzione e distribuzione ottengono i diritti di un prodotto molto amato dal pubblico per trasformarlo in guadagno, niente di più di una semplice logica di mercato, ma nonostante tutto, se mi dicessi totalmente disinteressata a questo progetto mentirei con coscienza: ovviamente l’idea mi interessa! La curiosità mi solletica le dita e mentre scrivo mi chiedo cosa avranno il coraggio di inventarsi questa volta per far parlare di sé prima ancora che si abbia uno straccio di informazione ufficiale – dopo tutto le polemiche sono all’ordine del giorno e oggi sono diventate forse addirittura necessarie al fine di sviluppare l’hype per questa o l’altra serie tv – ma non posso fare a meno di chiedermi se tutto questo sia indispensabile. Abbiamo bisogno di un altro film che parli di una storia che, anche se sono passati 17 anni, è rimasta perfettamente attuale (mi riferisco ai film ndr.)? Da un lato direi di sì, perché rinnovare il promemoria alle nuove generazioni è sempre un bene, ricordargli che anche negli anni 50 si scrivevano libri belli e “ehi, guarda che esiste questa bellissima saga un po’ vecchia ma ancora attuale, secondo me ti piacerà!” magari aiuterà ad aprire la mente di ragazzini che a quell’età hanno soprattutto bisogno di stimoli e di grandi storie. Dall’altro lato penso a noi, nati a cavallo tra i ‘90 e i 2000 che con questa saga ci sono cresciuti e probabilmente da lei hanno preso la voglia di leggere i libri, e mi rendo conto, guardandolo adesso, che io non trovo vecchiume nel film del 2005, non trovo la noia e il tedio di un film che ha fatto il suo tempo e non è più adatto alle generazioni odierne di bambini, vedo solo un film per ragazzi e ragazze che hanno sete di avventura e di magia, un ottimo punto da cui iniziare.
Ho ancora viva nella memoria l’emozione del primo incontro tra la piccola Lucy e il fauno Tumnus, lo stupore dello scoprire com’è fatto Aslan e il terrore negli occhi quando la Strega Bianca minaccia la buona riuscita della missione. La verità è che non sono pronta a lasciarmi alle spalle la magnifica interpretazione di Tilda Swinton nei panni di Jadis o quella di James McAvoy nei panni di Tumnus, non sono pronta ad abbandonare i volti degli interpreti dei fratelli Pevensie, cristallizzati nei loro ruoli al pari dei protagonisti di Harry Potter, non sono pronta alla stessa storia riproposta solo con qualche sfumatura più incline al gusto odierno perché il film “le Cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio” in 17 anni non è per nulla invecchiato, e per me resterà sempre un esempio perfetto di come fare un adattamento.
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