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Belladonna di Adalyn Grace: top o flop?

Belladonna di Adalyn Grace: top o flop?

Belladonna di Adalyn Grace è finalmente sbarcato in Italia con Rizzoli: dal 22 gennaio è infatti possibile immergersi, anche per i lettori italiani, in quello che il mondo dei libri online ha presentato e sbandierato come uno dei miglior gothic fantasy romance dell’anno passato. Lo è davvero?

Mai giudicare un libro dalla copertina... eccetto per Belladonna

“When I touch someone, I see the life they’ve lived in fleshes of memories as they die. But the first time I touched you, it was your future I saw. A glimpse of you in my arms, dancing in a beautiful red dress beneath the moonlight. You are what I want. I know I cannot force you to want me in return, but say that you do, and I promise thai I am wholly and unequivocally yours.”

Mai giudicare un libro dalla copertina. E per un’amante delle belle edizioni, questo detto è sparito nei recessi della mia mente quando ho visto l’edizione originale inglese, riccamente decorata da rami di belladonna e piccoli uccelli intorno al titolo del libro (al momento della pubblicazione di questo articolo, la copertina è stata modificata con un volto di donna nascosto dalle frasche, labbra e titolo in evidenza). Un libro del genere, con così tanta attenzione nei dettagli già in copertina, non potrà deludere, giusto?  

La storia di Signa non è una storia felice. Il suo nome, dalle origini scandinave non chiare, potrebbe significare segno o anche vittoria. Ma l’unica cosa che vince nella vita della giovane protagonista è la morte, che la segue come un’ombra, ovunque lei vada. E lei, fin dal prologo, è intoccabile. Non importa quanto si impegni a morire, torna sempre indietro, perfettamente sana e senza una minima traccia dell’incidente che la ha avvicinata all’altro mondo. Una vita di solitudine. Una vita in cui le altre persone ti additano come strega, come uccellaccio del malaugurio. E non aiuta certo il fatto che la signorina Signa sia in realtà una ricchissima ereditiera, in attesa di compiere vent’anni e liberarsi da tutori affamati dei suoi soldi per essere finalmente una donna libera, fisicamente quanto dalle aspettative sociali.

Quali aspettative sociali? Di che paese, di che epoca? Questo, caro lettore, lo puoi decidere tu. Infatti il libro non è geograficamente ben collocato: dai cognomi delle famiglie e luoghi accennati sembrerebbe essere nell’Inghilterra, o comunque area anglosassone. Per quanto riguarda il quando invece? I corsetti sono ancora in voga quanto i titoli nobiliari, le prime macchine sfrecciano nelle strade di campagna della nostra fumosa ambientazione. Gli accenni alle aspettative e scambi sociali più appropriati sono però basati su una vaga idea di che cosa fosse “proper” prima della rivoluzione dei figli dei fiori. Un’accozzaglia di richiami tra modi di fare dell’Ottocento e moderni moti interiori di femminismo (anche se la penna non è delle migliori, riconosciamo la volontà di esprimersi in questo senso). Insomma, ovunque e da nessuna parte, vent’anni fa quanto centoventi.  

Ma il dunque è: Belladonna merita o no l'hype che ha suscitato nel popolo del BookTok?

La storia di Belladonna è scritta in maniera semplice, scorrevole. Non è un libro complesso, anche se vorrebbe presentarsi come avvolto da diversi misteri. E da qui, mi aggancio alle tre etichette che gli sono state appioppiate (visionabili anche al momento dell’acquisto del pdf online, spero non anche sulle copie fisiche): fantasy, gotico, romantico. L’aspetto gotico potrebbe forse essere riconosciuto nella presenza così costante di morte e fantasmi, anche se hanno spesso un risvolto comico che non sembra essere sempre consapevolmente inserito dall’autrice. Il fantastico ricalcherebbe gli stessi elementi che lo contraddistinguono come gotico, visto che al di là dell’imprecisione dell’ambientazione, niente è differente da un’umanissima e normalissima storia. L’etichetta del romantico non la contesto, anche se, a parere di chi scrive, sono stati estratti dall’autrice dei “trope” (luoghi comuni del genere romantico) a caso, e sono stati forzosamente inseriti nella trama, forse per poter meglio ammaliare tramite le recensioni di un minuto sui social come TikTok e Instagram, che a forza di hashtag quali #enemiestolover convincono per letture di questo genere.

Quindi, il sensazionale Belladonna è un libro da eliminare dai “voglio leggere”? Se vi aspettavate un romanzo misterioso, avvolgente, emozionante, forse avrete già capito che la risposta è si. A chi consiglierei questo libro? A chi odia i colpi di scena. La trama è talmente tanto inesistente, trasparente, che al 4% (vorrei dire che è un’esagerazione, invece è stata appuntata la corretta percentuale) si anticipa già il gran colpo di scena finale. E come nei grandi film, dove l’omicida è sempre il maggiordomo, anche in Belladonna al momento della soluzione del grande mistero si sa già chi, come e quando. E non si tratta di prefigurazione. Sarebbe un’aspettativa troppo complessa per un libro del genere. Però, Morte gran figo quando si materializza.

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