OPINIONISTA
Folk horror: il terrore del popolo

Folk horror: il terrore del popolo

Ambientazioni rurali e culti pagani, in cui il perturbante fa sempre capolino dietro ogni situazione apparentemente normale e conviviale, lasciando emergere un’ambiguità che si avvale di elementi provenienti da varie tradizioni e culture: questi sono gli ingredienti del sottogenere folk horror, nato soprattutto grazie a varie trasposizioni di leggende urbane e folkloristiche che ne hanno esaltato il lato oscuro e grottesco. 

Il folk horror nel cinema

Ritornato negli ultimi anni particolarmente in voga per merito di varie opere cinematografiche, fra cui le più celebri Midsommar (2019) e The Witch (2015), il folk horror prende originariamente forma intorno a opere di culto come The Wicked Man (1973, mai arrivato in Italia), comprendendone gli archetipi narrativi e adattandoli alla contemporaneità. Se un’opera come The Wicked Man proponeva come suo protagonista una figura eroica maschile che, per i tempi di produzione, recludeva la figura femminile o a essere mostruoso, incantatorio e atta a far perdere la retta via, oppure a debole vittima da salvare, invece nella tradizione contemporanea ritroviamo protagoniste femminili che con ferocia si fanno strada in situazioni terrificanti, dimostrandosi distanti dai costrutti sociali del passato, che le volevano all’asservimento più completo. Esse risorgono vittoriose, anche se calate in situazioni buie ed inquietanti. 

Un altro filone tematico del folk horror si incentra sul rito di passaggio e sui legami di sangue; su quanto alcuni particolari ci appartengono anche se sembrano rimanere silenti. Questo il caso, per esempio, di Hagazussa (2017) e di Moloch (2022), due produzioni indipendenti che esprimono, in una maniera estremamente ammaliante dal punto di vista visivo, questi concetti.

Il folk horror nella letteratura

Uno dei temi cardine e spesso affrontato dal folk horror nella letteratura è quello del sacrificio e del rinnovamento che esso porta con sé: senza che il singolo – spesso outsider – venga meno la comunità non può continuare a esistere ed è proprio questo il lato più perturbante. Mentre si sta segnando la fine di una persona, le altre gioiscono e si riuniscono in festa per glorificare la propria prosperità e benessere, ringraziano con schietta freddezza il dono che ancora una volta gli è stato offerto davanti al volto di chi stanno per immolare. Le tradizioni in cui si rientra sono volte al cambiamento completo di prospettiva di chi le vive: il dubbio e la certezza si riformulano e plasmano in una nuova semantica e chi ci si affaccia con supponenza verrà eliminato.

Chi infrange ogni fondamento costituito a dimostrazione di quanto la propria tracotanza sia spinta oltre, distruggendo una disillusione di supremazia, viene considerato nemico; ma a chi vive con incertezza e ha conosciuto la sofferenza verrà restituito e offerto qualcosa di nuovo, inestimabile.

Anche la letteratura offre vari testi appartenenti al genere che si appropriano di culti e tradizioni pagane esistenti o inventate e in questo articolo andremo a consigliarne alcuni.

Lovecraft

Lovecraft nelle sue varie storie offre delle situazioni grottesche, oniriche e pregne di significato, recuperando culti esistenti ma sopratutto ideandone di propri e circoscrivendoci un intero filone attorno (es. il ciclo di Chtulu). L’universo lovercraftiano è tanto complesso e strutturato senza lasciare nulla al caso che ne è venuta fuori una filosofia propria dell’autore: il cosmicismo. Questa vorrebbe dimostrare quanto l’essere umano sia insignificante nell’intero universo pur ritenendo la sua presenza rilevante. Lovecraft pone queste riflessioni all’interno dei suoi racconti con l’unico intento di dimostrare quanto in realtà siano inette le credenze dell’essere umano.

La lotteria, Shirley Jackson

Racconto della celeberrima autrice Shirley Jackson che negli ultimi anni si è fatta amare soprattutto per le opere Abbiamo vissuto sempre nel castello e L’incubo di Hill House. La lotteria è un testo sottile, che parola dopo parola svela lentamente il suo intento: ci ritroviamo in una piccola cittadina proprio nel momento dell’anno in cui avviene una gradita festività (non solo qui, ma anche nei posti limitrofi). Tutti i cittadini e le cittadine sono in fermento per questa lotteria, ma fino alle ultime pagine non saremo consapevoli del premio in palio. Come sempre questa autrice riesce ad allestire degli scenari tremendi e sconvolgenti, dove l’animo umano è sempre protagonista per grettezza e crudeltà. Il racconto si può reperire anche sotto forma di graphic novel edito da Adelphi. 

Il suo corpo e altre feste, Carmen Maria Machado

Raccolta di racconti scritta da Carmen Maria Machado, scrittrice conosciuta soprattutto per lo struggente memoir divulgativo Nella casa dei tuoi sogni.
In queste pagine l’autrice regala delle situazioni fortemente ambigue e suggestive, che si andranno a risolvere in maniera inaspettata. Il testo rimane apprezzabile nonostante le minime sbrodolature, ma se si desidera approfondire Machado nella sua veste di scrittrice di narrativa (e non solo di memoir) è un testo da leggere. I temi trattati sono vari e, seppur spesso difficili, non vengono percepiti da chi legge con pesantezza, poiché arricchiti da una prosa squisitamente barocca.

The house in the dark of the wood, Laird Hunt

In un’epoca non ben precisata, una giovane donna si addormenta in un bosco mentre cerca di raccogliere delle bacche da portare a suo figlio e suo marito. Al suo risveglio non sarà in grado di trovare la strada di casa e al calar della notte raggiungerà un piccolo cottage proprio al centro del bosco. La nostra protagonista rimane affascinata non solo dalla casa, che è tenuta in uno stato perfetto, ma anche da chi la abita: una donna sola, senza alcun uomo che le dica chi essere e cosa fare. Da questo momento in poi le situazioni diventeranno sempre più inquietanti e sfaccettate. Verremo catapultati all’interno di momenti di puro terrore, tramite i quali l’autrice offre una riflessione sulla condizione femminile: la nostra protagonista farà emergere tutte le sue difficoltà e il suo odio nei confronti del ruolo di madre e moglie, fino a sfiorare l’ipotesi di abbandonare tutto e rimanere per sempre nella casa, nell’oscurità del bosco. 
Oltre a vari culti, il testo di Lauren Hunt vuole essere un retelling di alcune favole e fiabe, arricchendo i personaggi che entrano nella storia.

Le impure, Kim Liggett

Uscito nei paesi anglofoni con il titolo The Grace Year, il libro di Kim Liggett è narrato e vissuto da sole donne in un mondo totalmente governato dagli uomini. Come in In the house in the dark of the woods, la narrativa folk horror si mescola a quella femminista, lasciando emergere i lati più oscuri e terrificanti dello stress sociale derivante dall’imparità di genere. 
Tierney ha 16 anni e si confronta con una famiglia composta totalmente al femminile, sta per entrare in quello che la tradizione definisce “l’anno di grazia”, anno in cui insieme ad altre sue coetanee verrà portata su di un’isoletta sperduta per far uscire tutto il suo potere magico, rimanendo lontana dalla comunità in modo da non soggiogare gli uomini o rovinare i raccolti. Tierney non crede alla magia, né crede di avere un simile potere, ma è ben consapevole del torto che sta subendo e di quanto vi sia una logica costrittiva che vuole rendere le donne succubi o subordinate. Oltre tutto, il suo problema più grande nei mesi a venire non saranno gli uomini, ma le sue stesse compagne avvelenate dal senso di potenza che nel nucleo cittadino non hanno mai potuto esprimere e che riterranno Tierney un’eretica. In un’ambientazione fortemente pagana, con pozioni, infusi e mesi lunari, Kim Liggett riesce a dare un forte messaggio femminista in un setting survival.

La festa del raccolto, Thomas Tyron

Testo di culto scritto da Thomas Tyron nel 1973, riproposto in vari film (che non ne fanno giustizia), La festa del raccolto è il romanzo che ha ispirato Stephen King per il suo racconto Grano rosso sangue, un grande classico del folk horror a cui la maggior parte degli scrittori e delle scrittrici del genere si sono affacciati
La storia che Tyron intesse riguarda una coppia che decide di distaccarsi dalla caotica metropoli di New York per trasferirsi nelle valli sperdute di Cornwall Comb. L’ambiente apparentemente conviviale, in cui tutti gli abitanti si conoscono, viene visto attraverso gli occhi di Ned, il protagonista newyorkese, e raccontato dalla vedova Penrose, donna dall’età incerta, che pur non avendo figli si sente madre di tutti. Le abitudini dei nostri forestieri verranno a scontrarsi con quelle del nuovo ambiente, ma c’è qualcosa di grandioso che sta per accadere, oltre la loro soglia di immaginazione.

I demoni di Wakenhyrst, Michelle Paver

Romanzo storico ambientato nell’Inghilterra del 1912, con venature fortemente gotiche, in I demoni di Wakenhyrst si segue la storia di Maude, anziana signora. Per salvaguardare se stessa e la propria casa, si ritrova costretta a vendere a un giornalista racconti misteriosi sull’abitazione in cui risiede e su suo padre. Varie storie e aneddoti circolano intorno a quest’ultima figura: l’unica cosa certa è che è stato visto attentare un omicidio nel 1913 e solo Maude sa come si è svolta la vicenda. In un contesto fortemente misterico e fatto di culti segreti, Michelle Paver crea un personaggio femminile in grado di farsi strada in un mare di incubi, tranelli e pericoli.

Io Tituba strega nera di Salem, Maryse Condé

Versione romanzata della storia di Tituba, abitante di Salem durante il processo di caccia alle streghe (1692), scritta da Maryse Condé (premio Nobel alternativo nel 2018), Io, Tituba, strega nera di Salem riesce a far attraversare il globo al lettore, in un viaggio pregno di esoterismo e significato: partiamo in Africa, si passa poi all’Inghilterra e successivamente in America. Ogni setting che Tituba vivrà le offrirà spunti e tradizioni diverse, le quali la arricchiranno in modo diverso e la renderanno sempre più consapevole delle sue capacità di guaritrice. L’autrice riesce a offrire uno spaccato coloniale con riflessioni profondamente femministe, le quali arricchiscono il significato di una storia senza tempo e che è sempre bene ricordare come quella delle streghe di Salem.

Le figlie di Salem, Thomas Gilbert

Anche qui un retelling delle vicende avvenute a Salem, viste dagli occhi di una delle abitanti del villaggio, Abigail, la quale ci porterà all’interno di questo paese maledetto e ci mostrerà come lei e le sue amiche hanno vissuto prima dell’arrivo dei roghi. La cittadina, da luogo angusto e pieno di privazioni, diviene un vero inferno quando la parola “streghe” inizia a viaggiare sulla bocca dei suoi abitanti. Il fumetto di Thomas Gilbert non solo vuole dimostrare l’asprezza di una condizione femminile che riduce la persona a oggetto, ma anche fare luce sulla vicenda di questo processo memorabile, mostrando come le accuse si basassero sul nulla. Le pagine anche qui sono ricche di tradizioni e culti, non risparmiando la crudezza di alcune pratiche e verso le persone che ne vengono colpite. Ancora una volta il folk horror viene inteso come mezzo per raccontare la disparità di genere, stavolta in un contesto storico che ha dell’incredibile.

Hedera, Nicolò Targhetta, Ernesto Anderle, Irene Bruno, Eugenio Belgrado

Romanzo illustrato e scritto a sei mani, Hedera è la storia di Charles, un ex medico di guerra che vede solo morte all’interno della sua vita, soprattutto durante la notte, essendo perseguitato dagli incubi. Da poco si è trasferito in una nuova cittadina, Dartmoor. Di recente in questi luoghi è stato rinvenuto il cadavere di una giovane donna nel letto di un fiume: Edith. Dal momento in cui Charles la vede ne rimane ammaliato e decide di scoprire che cosa ha portato Edith a suicidarsi… o forse non si è trattato di suicidio? 
Storia dai toni cupi e gotici, in cui si viene a contatto con personaggi antropomorfi, e che sul finale rivela un grande colpo di scena. I gamers più sfegatati le affiancheranno sicuramente le illustrazioni della casa di produzione di videogiochi Rusty Lake, molto amata fra gli appassionati di grafica e illustrazione.

Il mostruoso femminile, Jude Ellison Sady Doyle

Non un romanzo folk horror, ma un libro che parla – anche – di folk horror, Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne è un testo che ha fatto molto parlare di sé negli ultimi anni. Jude Ellison Sady Doyle ha conquistato il pubblico dimostrando cosa si cela dietro la figure presenti nella letteratura e nel cinema e come queste plasmino una determinata immagine della donna all’interno di una società patriarcale, ma anche ricostruendo le vite di varie autrici e studiose che hanno prodotto opere di genere. La scrittura dell’autrice risulta leggerissima e scorrevole anche di fronte a tematiche difficili e che cambieranno sicuramente la prospettiva di chi legge in modo irreversibile.

Giunti a questo punto, possiamo affermare con cognizione di causa che il folk horror è un mare vasto e pieno di onde da cavalcare. Tra cinema e letteratura, la scelta è ampissima e gli spunti che ogni prodotto fornisce aprono mondi da analizzare, che essi riguardino l’universo fiabesco o quello storico-antropologico. Non vi resta che fare un tuffo e poi venirci a raccontare le avventure in cui vi siete imbattuti durante la nuotata! Noi vi aspettiamo nei commenti. 

2 thoughts on “Folk horror: il terrore del popolo

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      Bel sito e bel articolo complimenti, sono molto appassionata di horror e di folk horror in particolare un sottogenere ricco di sfumature che si adatta bene al genere storico come a quello contemporaneo, più che leggerlo lo vedo vista la valanga di titoli che sono usciti in streaming negli ultimi anni, ti consiglio l’apostolo su netflix se ancora non lo hai visto ma di titoli interessanti ce ne sono veramente tanti, non paragonabili ai mostri sacri che hai citato ma qualche chicca si trova, sicuramente recuperò Moloch ancora mi manca. Io invece mi segno le letture che hai consigliato, soprattutto l’ultima mi incuriosisce tantissimo, spero di leggere presto qualcos’altro di tuo, continua così ciao

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