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Le streghe di Manningtree di A.K. Blakemore: una caccia senza fine

Le streghe di Manningtree di A.K. Blakemore: una caccia senza fine

La lotta delle donne per una parità dovuta, ma mai realmente raggiunta, è segno e conseguenza dei soprusi e delle discriminazioni che hanno dovuto subire nel corso dei secoli. Testimonianza di questa lotta è Rebecca West, protagonista di Le streghe di Manningtree, romanzo di A.K. Blakemore, che deve lottare contro le ingiustizie del suo tempo e affrontare un’accusa di stregoneria. Ma Rebecca è davvero una strega? O la sua è una storia – una delle tante – di persecuzione? Amy Katrina Blakemore è una poetessa britannica, autrice di due raccolte di poesie: Humbert Summer del 2015 e Fondue del 2018. Nel 2021 ha pubblicato la sua prima opera narrativa, Le streghe di Manningtree, arrivata in Italia solo qualche mese fa, per conto di Fazi Editore. Il romanzo, opera di carattere storico, offre un quadro sulla caccia alle streghe inedito rispetto al classico racconto che per tanto tempo le masse hanno ascoltato, quello di Salem.

Le streghe, se non perseguitate, fanno paura

Rebecca West vive a Manningtree nell’Inghilterra del 1643. Sono i tempi del puritanesimo che sovrasta, con le sue ideologie la vita delle persone, perseguendo gli emarginati, gli outcast: poveri, donne non sposate, chiunque possa apparire “diverso” da un canone. Chi non vive secondo le convenzioni della società. A sconvolgere il villaggio dell’Essex, è Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che mostra curiosità verso quegli emarginati. Con lui, la salvezza delle donne non è più scontata. In un mondo in cui dilaga la paura per il Maligno e nel timore che egli possa insinuarsi in ogni luogo, Matthew Hopkins è in realtà un cacciatore di streghe. Rebecca, che vive con una madre complicata – una “donnaccia” – e con il suo gatto, affronta i suoi giorni con difficoltà, bruciata da un’esistenza in cui con fatica cerca di sopravvivere. Fin quando Hopkins non accuserà lei, sua madre e altre donne di stregoneria portandole ad affrontare un processo senza alcun tipo di risoluzione.

Le streghe di Manningtree sono ciò che è stato...

La storia de Le streghe di Manningtree è un racconto storico e realmente accaduto. Il persecutore, Matthew Hopkins ha davvero fatto incetta di condanne che hanno causato la morte di centinaia e centinaia di donne. Dando inizio a un’abominevole strage, tra le più inquietanti della storia dell’Inghilterra. Storicamente Hopkins inizia la sua “carriera” proprio a Manningtree, la piccola cittadina a noi poco conosciuta, accusando ventitré donne di stregoneria. Queste donne saranno processate poi nel 1645 a Chelmsford. Alcune morirono in prigione, altre invece impiccate. Forse qualcuna si salvò. Quale fu il destino di Rebecca? A.K. Blakemore, originaria della stessa Manningtree del libro, decide di dar voce con le sue parole a un racconto in cui le donne vengono nuovamente sconfitte, mai protagoniste di un percorso di rivalsa. La storia ci dovrebbe insegnare, e la letteratura far capire, che ogni gesto, ogni parola, persino ogni pensiero, è stato messo sotto accusa.

Le streghe di Manningtree

...ciò che è, ciò che sarà!

Il racconto delle streghe, nel corso dei secoli, ci ha condotto fino a qui. Partendo dalla maga Circe, figlia del titano Elio e della ninfa Perseide, protagonista di uno dei racconti più belli dell’Odissea di Omero. Circe vive nell’isola di Eea, in palazzo in un bosco, circondato da bestie selvatiche. Con i suoi poteri divini, attira gli uomini nel suo inganno e li trasforma in porci. Oggi, il mito di Circe è ricomparso, attraverso un racconto che mette in luce il suo animo umano, un retelling molto famoso che pone accento sulla condanna dell’esilio e che scava oltre la figura della “fattucchiera” che inganna e colpisce. Siamo arrivati poi al processo delle streghe di Salem, tenutosi alla fine del Seicento. Il villaggio, parallelamente a Manningtree, ma nel Massachussets, negli attuali Stati Uniti, è stato il palcoscenico di una serie di atti giuridici rivolti a persone accusate di stregoneria. Duecento persone vennero imputate in quell’occasione, e ben diciannove furono giustiziate.

Non sono superstiziosa, sono pratica. Ho insegnato a me stessa a osservare e ascoltare. Ho visto abbastanza sofferenza in vita mia da sapere che una mente malata è incline a inventarsi ogni genere di spettro. Meglio incolpare un folletto o uno spiritello maligno per il latte andato a male o per i nodi nella criniera di un cavallo anziché ammettere che la propria sbadataggine possa aver contribuito al problema.

Ieri e oggi, nella storia le donne sono perseguitate

E siamo arrivati a giorni nostri, dove davanti a una perdita dolorosa, una giovane donna difende la memoria della sorella, Elena Cecchetin che per Giulia sta combattendo per una dignità che non è mai stata ricevuta. Ma questo intento è stato macchiato. L’hanno voluta screditare, con accuse assurde di satanismo e stregoneria. Quindi cosa cambia tra Rebecca ed Elena? Non sono forse vittime dello stesso peccato? Dell’Uomo che ignora, che diffida e che accusa? Passato, presente e futuro nella nostra società si intrecciato e Le streghe di Manningtree fa proprio questo: usa un racconto, la storia di un sopruso di secoli fa, per narrarci le vicende dei nostri giorni e per metterci in guardia, perché i corsi e ricorsi storici sono reali. E ciò che è stato, è ancora presente, e accadrà nuovamente. La persecuzione di quelle donne, mai capite o comprese, messe ai margini, si fa gravosa nella lettura del romanzo. E fanno pensare… ci si chiede se al giorno d’oggi qualcosa sia effettivamente cambiato.

Gli uomini vagano per la città a piccoli gruppi e con uno scopo ben preciso, uno scopo che tutti conoscono. Sono inquisitori. 

Le streghe di Manningtree, un romanzo che narra di fattucchiere, o di semplici donne?

Blakemore è intensa. Il suo esordio nella narrativa non è per nulla acerbo e insicuro e la scrittrice non si lascia spaventare dalle paure di un’esordiente. Anzi, la sua pregressa esperienza in campo poetico le ha permesso di creare uno stile unico e personale, capace di ammaliare chi la sta leggendo: la crudeltà degli avvenimenti raccontati, infatti, viene addolcita, non nel contenuto, ma nello stile da parole e frasi che piacevolmente scorrono e si lasciano divorare, pagina dopo pagina, fino alla conclusione. Si avverte, insomma, l’influenza della sua poesia nella prosa. Le streghe di Manningtree è un libro da leggere soprattutto se si vuole incontrare uno spirito combattivo che cerca di sopravvivere tra le vicende oppositive, tra i pericoli e i pregiudizi dell’epoca. È un racconto di conservazione disperata, cruda e controversa. Chi può capire quello che ha vissuto Rebecca insieme alle altre donne del villaggio? Forte tutte noi, o forse nessuna.

Le streghe di Manningtree

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