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Weyward, l’esordio di Emilia Hart: la recensione

Weyward, l’esordio di Emilia Hart: la recensione

L’11 luglio 2023, grazie a Fazi Editore, esce in tutte le librerie italiane e store online Weyward, il romanzo d’esordio di Emilia Hart, autrice anglo-australiana che con questo libro ha immediatamente raggiunto un pubblico ampissimo. Weyward si è infatti quasi subito classificato come uno dei romanzi più venduti in America e in Inghilterra, mettendo d’accordo in senso positivo sia pubblico che critica. Ma non è tutto oro quel che luccica: la penna di Emilia Hart avrà convinto anche me con la sua storia di streghe ambientata in tre epoche diverse?  

Di cosa parla, in breve, Weyward?

È una sensazione che l’accompagna sin dall’infanzia: quella di essere in un certo senso diversa, separata da tutti gli altri.”

2019. Kate è una giovane donna che ha avuto la grave sfortuna di condividere una parte della sua vita con un uomo molto pericoloso. Nel cuore della notte, Kate fugge dal suo appartamento di Londra e si rifugia nel vecchio cottage ereditato da sua zia. Il cottage è un luogo selvaggio, contaminato dalla natura e immerso nel silenzio delle brughiera. A fargli da guardia sono dei corvi appollaiati su un vecchio albero. Ma, a parte l’aspetto, sembra essere un luogo del tutto normale, finché Kate non scoprirà misteri che legano la vecchia casa ad un passato molto antico. 

“Era difficile decifrare se papà le volesse bene. Spesso aveva l’impressione che a lui importasse solo se poteva plasmarla o meno in qualcosa di grazioso e gradevole, un regalo da dare a un altro uomo:”

1942. Mentre la Seconda guerra mondiale scuote l’Inghilterra e il mondo intero, la sedicenne Violet è rinchiusa nella cupa tenuta di famiglia, prigioniera di un padre tirannico, con alle spalle la morte, in circostanze misteriose, di una madre a malapena conosciuta. La sua giovane vita viene scossa da due avvenimenti: una “W” incisa dietro il suo letto e l’arrivo alla tenuta del suo affascinante cugino Frederick, un soldato in licenza. 

“Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre ed io. Perché “strega” è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive.”

1619. Nel periodo storico della Caccia alle streghe, nella campagna inglese vive Altha Weyward, una giovane donna solitaria che prepara medicazioni per gli abitanti del suo villaggio. Noi, tuttavia, la incontriamo per la prima volta in un’aula di tribunale. L’accusa: stregoneria. 

Le streghe anticonvenzionali del mondo di Weyward

Quando ho iniziato a leggere questo libro, mi sono resa conto che fosse un romanzo storico, più che un libro effettivamente pieno di poteri magici e stregonerie. Ma Emilia Hart mi ha prontamente corretta e redarguita, offrendomi su un piatto d’argento la storia di una stirpe di streghe decisamente fuori dal comune. Le donne Weyward, infatti, sono più dei simboli, che dei personaggi in carne d’ossa: esse rappresentano tutte quelle donne che hanno il coraggio di accogliere il lato selvaggio della vita, espresso in maniera egregia dalla potenza della Natura. Weyward si potrebbe tranquillamente definire come un romanzo femminista-ecologista, perché, oltre a trasmettere il rispetto che ogni donna merita di ricevere, trasmette anche il rispetto che ogni essere umano dovrebbe dare alla Natura. 

Emilia Hart è bravissima a costruire un mondo incantato senza dover necessariamente fare ricorso alla magia, nel senso più classico del termine. Le sue protagoniste sono immerse in contesti che esprimono una potenza di per sé magica e affascinante: un cottage di famiglia antico di secoli protetto da un grande albero; una villa padronale sperduta nel nulla da cui sembra impossibile evadere; un villaggio bigotto e claustrofobico dove si diffonde il morbo della Caccia alle streghe. Queste tre ambientazioni così caratteristiche non servono solo ad addobbare il romanzo delle giuste vibrazioni, ma rappresentano tre contesti personalissimi, utili a descrivere lo stato d’animo e la condizione sociale di tutte e tre le protagoniste della storia. Il loro unico vero rifugio: la natura selvaggia, che le guida nella tortuosa strada verso la libertà.

La penna delicatissima di Emilia Hart

Il punto che mi ha maggiormente convinta di Weyward è sicuramente la scrittura di Emilia Hart, che, nonostante questa sia la sua prima pubblicazione, ha dimostrato una grandissima padronanza delle parole. Weyward è un romanzo che ti dà l’impressione di essere stato scritto con un perfetto connubio tra dolce raffinatezza e incredibile forza: nelle sue pagine, infatti, sono privilegiate descrizioni poetiche, momenti distesi e parole delicate, che poi vengono improvvisamente scosse da frasi durissime. In mezzo ad un campo quieto e soleggiato, compare una nuvola nera che si abbandona al fragore del tuono. Proprio questo contrasto tra luce ed ombra rende la storia delle donne di questo libro ancora più commovente. 

Kate è sicuramente il personaggio che, inizialmente, cattura di più l’attenzione del lettore. Quello che ci interessa capire sono i suoi comportamenti consequenziali alla sua traumatica esperienza di vita. Nonostante il libro non voglia mai soffermarsi troppo sull’oscurità del passato di Kate, ma più che altro sulla luce della sua rinascita, cogliamo in lei una trasformazione che ci commuove e ci rende partecipi tanto del suo dolore quanto della sua felicità. Storia più drammatica è quella di Violet, che viene tuttavia smorzata da una dolcissima descrizione del mondo interiore della ragazza, fatto di piccole ingenuità ed osservazioni che mettono in primo piano la sua forte connessione con il mondo naturale. Più oscura è la storia di Altha, che si adatta al suo periodo storico e alla contingenza della Caccia alle streghe. Ma anche qui ogni informazione viene declinata a seconda dell’interiorità del personaggio narrato, riservando a noi lettori e lettrici una sana dose di dolcezza, la quale fa permeare con più efficacia i brutali eventi che scuotono le vite di queste tre donne. La parola d’ordine della scrittura di Emilia Hart è: sedimentazione. Non veniamo mai totalmente scossi, ma un profondo senso di disagio ci accompagna durante tutta la lettura, ci porta a riflettere in maniera molto più calma ed efficace sugli eventi narrati. Quel senso di disagio ci fa sentire parte della storia, ci fa fare il tifo per le sue protagoniste fino alla fine e ci fa desiderare ardentemente vendetta nei confronti dei loro nemici. Perché quegli stessi nemici potrebbero essere anche i nostri, specialmente se chi legge è una donna

Weyward fa al caso vostro se...

Weyward fa al caso vostro se state cercando un romanzo veramente ben scritto, appassionante, che viaggia tra epoche diverse cogliendo un filo comune tra ognuna di esse: la violenza contro le donne. Vi avviso: non è un libro di streghe nel senso più convenzionale del termine, ma è un libro che indaga la forza della natura in connessione con lo spirito femminile. Wayward è un romanzo di rivalsa, di vittoria e di sconfitta, di vendetta e di amore, in cui la dimensione familiare e genealogica prende il sopravvento, collegando in un unico insieme tre donne lontane tra loro ma allo stesso tempo vicinissime. Il romanzo di Emilia Hart non fa per voi se state cercando un libro dal ritmo incessante, estremamente dinamico e pieno di streghe dal cappello a punta che lanciano saette da una bacchetta magica. quello di Emilia Hart è un romanzo decisamente più intimista, dove il racconto dell’interiorità del personaggio prevale sul racconto dell’azione, e dove la magia è un concetto impresso nelle ossa e nella terra, più che in parole e strumenti incantati. 

A me personalmente questo libro è piaciuto da impazzire: l’ho trovato scorrevole, limpido, appassionante e capace di costruire alla perfezione un intreccio di storie non facilissimo da gestire. Emilia Hart con Weyward ha dimostrato di sapere perfettamente come si scrive una storia complessa e vincente, guadagnandosi la mia stima e la curiosità di leggere il suo prossimo lavoro. 

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