OPINIONISTA
#SquiLibri: binge eating disorder & disturbo da attacchi di panico

#SquiLibri: binge eating disorder & disturbo da attacchi di panico

Eccoci tornati con un nuovo appuntamento di SquiLibri, la rubrica in cui si affronta la letteratura classica e moderna analizzando situazioni, autori, autrici e i loro personaggi con un’ottica psicanalitica, cercando di scovarne i disturbi che oggi verrebbero riconosciuti come patologia psichiatriche. Nello scorso articolo abbiamo affrontato: “Daisy Jones & The Six” di Taylor Reid Jenkins e “Vorrei farla finita ma anche mangiare toppokki” di Baek Sehee. Oggi tratteremo due tematiche molto attuali, come il binge eating disorder e il disturbo da attacchi di panico, infatti, prima di introdurle, vorrei rendere partecipe il lettore di alcuni elementi trigger: i disturbi dell’alimentazione e gli attacchi di panico. Essendo ormai realtà sempre più frequenti, è necessario porre questo disclaimer per introdurre il lettore all’articolo. I titoli di questo appuntamento sono: “Una fame da lupi” di Adelaide Tamm e “I was born for this” di Alice Oseman.

Disturbo da alimentazione: non farti divorare dai lupi

Autrice e protagonista della vicenda, Adelaide Tamm, si racconta. Ci addentriamo nel periodo più oscuro della sua vita in punta di piedi. La nostra autrice vive un momento difficile e complesso dove il cibo diviene la sua unica valvola di sfogo, non si nutre poiché ne sente bisogno ma il cibo diventa la compensazione del malessere psicologico. Tamm cade inesorabilmente in un DCA (disturbo del comportamento alimentare), arrivando anche a prendere sessanta chili in pochissimo tempo. Seppur poco voluminoso, il romanzo riesce a farci comprendere quanto sia difficile la realtà di chi vive un disturbo del comportamento alimentare. Il suo corpo racconta una storia ma è anche la sua casa, che ci invita ad entrare nel dolore altrui. Tamm ci pone di fronte a due scelte: rinascere o farsi sbranare dai Lupi.

Una fame da lupi e binge eating disorder

Quella di Adelaide fa parte di una realtà taciuta e sopressa. Il Binge Eating disorder (BED) ha delle caratteristiche peculiari e dai tratti particolareggiati. L’esordio del binge eating avviene nell’adolescenza o prima età adulta, anche se spesso vi sono dei casi di insorgenza nella tarda età adulta. A differenza di chi soffre di anoressia nervosa o bulimia nervosa, il soggetto affetto da questo disturbo chiede aiuto molto più tardo, poiché spesso non si associa il disagio emotivo che lo provoca.

Ma la realtà è ben diversa, poiché il fulcro centrale del BED sta proprio nell’incapacità nel riconoscere i propri stati interni o a differenziare le proprie sensazioni fisiche da quelle emotive. Si parla di “emotional eating”, ovvero l’assunzione di cibo per poter colmare i vuoti o le emozioni negative e, talvolta, anche quelle positive. Il soggetto cade così in un circolo vizioso: emozione negativa – abbuffata – demoralizzazione. A causa della sua non sistematizzazione il binge eating è influenzato principalmente dalle emozioni, in particolare non vi sono particolari momenti in cui il soggetto potrebbe sviluppare un’abbuffata. Questo disturbo causa non solo determinate caratteristiche fisiche del soggetto, ma anche dei sentimenti negativi che non riesce a prevaricare come: senso di colpa, inadeguatezza e disprezzo per il proprio corpo.

I criteri diagnostici del DSM V per il binge eating disorder sono episodi ricorrenti di abbuffate, le quali sono caratterizzate da:

• Mangiare, in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili.
• Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio.

Le abbuffate compulsive sono caratterizzate da:
• Mangiare molto più rapidamente del normale.
• Mangiare fino ad essere troppo pieno.
• Mangiare pur non sentendosi affamato.
• Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite.
• Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo.

Le abbuffate costituiscono un disagio significativo per la persona che soffre di questo disturbo e non vi sono comportamenti compensatori per l’eliminazione alimentare. La gravità del disturbo viene contrassegnata dalla frequenza delle abbuffate.

Il Binge Eating Disorder: un disturbo poco conosciuto

Il Binge Eating Disorder è un disturbo che può avere un’insorgenza sia tardiva ma anche precoce: recenti studi hanno dimostrato che i bambini potrebbero sviluppare il binge eating disorder a causa di alcuni fattori di rischio. Quest’ultimi sono dovuti alla mancanza della risposta emotiva da parte dei genitori e le prese in giro da parte della figura di riferimento. Le offese sono spesso dovute al peso, alla forma del corpo, alle abitudini alimentari, all’attività fisica. Il disturbo può insorgere in quelle famiglie in cui un genitore desidera ardentemente dimagrire o conduce un’alimentazione restrittiva. In questi casi il bambino potrebbe iniziare ad abbuffarsi di nascosto oppure utilizzare il cibo come medicina per lenire l’insoddisfazione personale come un atteggiamento punitivo.

Il primo passo per guarire da un DCA è prendere consapevolezza della situazione. Questa presa di coscienza deve essere accompagnato da una grande voglia di vivere ma soprattutto dagli aiuti necessari per potervi uscire. Parlare di questa realtà mi ha fatto pensare a una canzone di Michele Bravi: “Storia del mio corpo”, che dona un senso di rinascita e consapevolezza.

«Il mio corpo è una casa che mi porto addosso
Sopra i muri ha scritto quello che è successo
L’ho buttato sopra una poltrona senza cura
Come fosse di un’altra persona
E l’ho spogliato e dato al vento come una bandiera
L’ho aperto e chiuso come avesse dietro una cerniera
E l’ho sentito urlare vivimi, vivimi, vivimi.»

I was born for this: Musica, fandom e salute mentale

La vita di Angel Rahimi ruota intorno a una sola cosa: i The Ark, una band pop-rock. Far parte del fandom dei The Ark ha dato a Angel tutto ciò di cui aveva bisogno: amici, sogni e il suo posto nel mondo. Ma ciò che l’autrice ci mostra è proprio un fandom da caratteristiche abbastanza asfissianti e tossiche, al cui interno vi sono delle fan pronte a tutto, anche a ricorrere alla violenza, per esaudire le proprie ship. Il romanzo ha due POV’S: Angel e Jimmy Kaga-Ricci, quest’ultimo è proprio uno dei componenti della band The Ark. La stessa Angel viene divorata dalla tossicità del fandom, tant’è che la sua insicurezza sfocerà nella vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda la band, sacrificando anche degli eventi importanti della sua vita. D’altro canto la visione di Jimmy ci fornisce non solo una prospettiva sulla pressione da parte delle fan ma soprattutto quella che proviene dal campo musicale stesso. Ciò che ha sempre amato fare è stato suonare e, quando sta raggiungendo le pendici del successo, Jimmy crolla: da anni soffre di disturbo da attacchi di panico con sintomatologia paranoide. Il cantante si sente sempre di più in trappola, senza via di scampo e le stesse fan sono troppo opprimenti per la sua persona.

Quando la musica non basta

Attraverso gli occhi di Jimmy conosceremo la realtà dell’oppressione di non esser più padroni della propria vita. Toccheremo con mano quanto sia essenziale dar voce ai propri malesseri, soprattutto psicologici/psichiatrici. La paranoia di Jimmy diverrà reale e concreta quando incontrerà Angel e, soprattutto, quando tutto sembrerà precipitare. La musica a volte non basta a colmare i vuoti interiori e le cicatrici pregresse, a volte squarcia ancor di più l’anima. Prima di parlare del disturbo da attacchi di panico, bisogna introdurre cosa sia un attacco di panico e come si può presentare.

Gli attacchi di panico sono episodi che insorgono in una decina di minuti, durante i quali chi ne soffre è preda di una forte ansia e paura molto intensa, senza un apparente pericolo. L’etimologia della parola “panico” deriva dal nome del Dio Pan, il dio dei pascoli e della natura. Tale Dio era un essere spaventoso: aveva il corpo per metà umano e metà caprino. Secondo i miti il Dio Pan attaccava improvvisamente le ninfe del bosco per possederle, suscitando in loro un terrore tanto grave da bloccarle. Nel mito trova fondamento la terminologia psichiatrica “attacchi di panico”. Questi ultimi insorgono inaspettatamente e danno una sintomatologia sia fisica che psichica.

• Sintomatologia fisica: fatica a respirare, senso di oppressione, dolore al petto e tachicardia.
• Sintomatologia psichica: paura di impazzire, paura di morire o perdere il controllo.

Gli attacchi di panico si possono manifestare con una bassa frequenza, come ad esempio una volta al mese. Nei casi in cui si manifestino più volte nell’arco della stessa giornata il soggetto soffrirà del disturbo di attacco di panico.

Le cause possono essere variegate, in genere il primo attacco si può verificare in un periodo particolarmente stressante per l’individuo. Questo stress può essere dovuto ad un evento scatenante, come un lutto, una malattia, eventi importanti della vita, iperlavoro ecc. Generalmente dopo il primo attacco il soggetto entra in un circolo vizioso proprio a causa della paura provata durante l’attacco di panico. Rimuginerà su ciò che è successo, dove la paura di stare male alimenterà l’ansia, che sfocerà in un attacco di panico.
Il primo passo per affrontare tale disturbo è mettersi di fronte alla consapevolezza della sua esistenza e ricercare il giusto supporto psicoterapico e anche farmacologico. I romanzi scelti per questo articolo mi hanno donato una consapevolezza diversa: rinascere è possibile soprattutto dal buio più profondo.

#SquiLibri: una rubrica su letteratura e psicologia

Quelli di Adelaide Tamm e Jimmy Kaga-Ricci sono solo alcuni dei casi della letteratura con evidenze sia psichiatriche che psicologiche. Ma la letteratura classica e contemporanea ne nascondono centinaia. La rubrica #SquiLibri cerca di indagare i più interessanti, le malattie che hanno afflitto scrittori/scrittrici e, a volte, di conseguenza, anche i loro personaggi. Si tratta di profili talmente cupi e affascinanti da lasciarci senza fiato! Vi consiglio di iscrivervi alla nostra Newsletter per non perdere nessun aggiornamento e di seguirci anche su Instagram per contenuti extra e piccoli focus sul tema. Di quali romanzi o autori vi piacerebbe sentir parlare nella prossima puntata di #SquiLibri? Faccelo sapere in un commento!

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