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The Chosen and the Beautiful, la recensione

The Chosen and the Beautiful, la recensione

Il 16 gennaio 2024 Oscar Vault fa uscire nelle librerie italiane The Chosen and the Beautiful di Nghi Vo, autrice del romanzo Siren Queen, inedito in Italia, e di tre racconti, Mammoths at the Gates, Into the Riverlands, When the Tiger Came Down the Mountain e The Empress of Salt and Fortune, finalista ai premi Locus e Ignyte e vincitore del Crawford Award e del premio Hugo. Per ora abbiamo solo una sua opera tradotta, ma la mia speranza è che la voce di Nghi Vo si ramifichi sempre di più in Italia. Perché se tutti i suoi lavori sono come The Chosen and the beautiful, l’editoria italiana farebbe bene a non farsi sfuggire questa grande opportunità. 

Nghi Vo scrive l'ennesimo retelling di cui non sentivamo il bisogno?

Sono i ruggenti anni ’20 e New York è sconquassata dal proibizionismo, dalla musica jazz, dalla ricchezza delle famiglie per bene e dall’immigrazione. Jordan Baker in tutti questi elementi ci nuota con disinvoltura, sfoggiando come un vanto le sue origini vietnamite, che le garantiscono un fascino esotico e la sfacciata convinzione di essere unica e speciale in un mondo di barbosa omologazione che è quello dell’alta borghesia newyorkese. Jordan è intelligente, sfacciata, risoluta. Trasgressiva e attenta a non guastarsi troppo la reputazione, pur stropicciandola quel tanto che basta per non diventare la copia dell’austera zia Justine. Legata ad una delle famiglie più influenti di New York, i Fay, Jordan è la migliora amica di Daisy, la loro splendida figlia, la perla più preziosa in quella torrida estate del 1920. Jordan sa che Daisy è una mina vagante, una granata pronta ad esplodere, incosciente e ignorante del suo privilegio e della sua attraente superficialità, ma non può fare a meno di starle accanto. Nemmeno quando il suo cuore viene rapito da Jay Gatsby, un demonio sbucato dal nulla che dà sfogo ad ogni genere di dissolutezza nella sua villa affacciata sul Pacifico. Un uomo pericoloso, certamente, ma a cui sembra impossibile resistere. E quando Jordan si ritroverà invischiata nei suoi loschi affari, mentre nel Paese si diffondono leggi segregazioniste contro la comunità asiatica, scoprirà a quali orrori possono condurre l’amore, il sesso e il potere

Mentre seguivo il maggiordomo attraverso la villa di Gatsby, mi scivolò addosso un velo. Era trasparente come chiffon estivo, impalpabile come l’aria, e impediva a chiunque incontrassi lungo i corridoi di notarmi o fermarmi. Camminando, mi chiesi annoiata se fosse la semplice consuetudine, mista a un sano spirito di conservazione, a fare sì che la gente si tenesse alla larga dagli affari di Gatsby, o se invece non fosse opera di qualche incantesimo, un esserino che il maggiordomo nascondeva nel taschino o dentro il tacco della scarpa.

Un romanzo d'atmosfera, focoso e musicale

The Chosen and the beautiful è un romanzo che racchiude tutta la sua forza nella capacità di Nghi Vo di ricreare, come fa una pittrice con qualche pennellata, l’atmosfera affascinante ed estraniante dell’America del primo Dopoguerra. Insieme a Jordan, ci pare di dimenticare di star leggendo un romanzo fatto di carta stampata. Non è più il 2024. Non siamo più sul divano di casa nostra. Il salto verso l’universo parallelo creato dalla Vo è repentino e mozzafiato. The Chosen and the Beautiful racchiude in sé l’energia palpabile di quegli anni ormai diventati leggenda, mettendo spesso da parte la stereotipata brillantezza dei  flûte stracolmi di champagne per mostrarci l’ipocrisia di un mondo spezzato dalla guerra e ingozzato dall’alcolismo e dalla fame di potere. Tutti i personaggi di Nghi Vo sono perfette sagome oscure, spigolose e difficili da decifrare. Se amate i libri con protagonisti dalla moralità grigia, The Chosen and the Beautiful vi farà certamente strabuzzare gli occhi, perché nessuno si salva dal nero baratro di quella New York, affamata e sempre alla ricerca di vergini sacrificali. 

A costruire questa atmosfera così tangibile e al tempo stesso piena di fumo e ambiguità è la scrittura eccellente di Nghi Vo. Curata nei minimi dettagli, la sua poetica febbrile e illusionistica ci racconta, senza mai svelare troppo, di queste vite intrise d’avventura e disperazione, di queste sale da ballo in cui tutti desiderano tutti, di queste famiglie in cui nessuno si conosce realmente. Ma la realtà, ci insegna Jordan, spesso è più noiosa di quanto ci aspettiamo. Ed una bella fantasia è qualcosa di certamente più interessante da raccontare durante una soirée. In questo gioco di specchi, non sappiamo mai quali sono i reali pensieri o le reali emozioni dei personaggi, che amano giocare ad interpretare ruoli, sfidandosi a chi osa indossare la maschera più stravagante. L’ambiguità dell’ambientazione si trasporta così anche sui personaggi che popolano la storia di Jay Gatsby e di Daisy Fay, registi e marionette di questo gioco perverso, in cui anche il più piccolo brandello si sincerità è destinato a ridursi in cenere.

The Chosen and the Beautiful e il realismo magico

The Chosen and the Beautiful non è un libro fantasy. Non è neanche un romance e di certo non mira ad esserlo. Difficile inscriverlo in un genere ben preciso, ma quello che più gli si adatta è il realismo magico. Genere affascinantissimo e che apre tantissime possibilità alla scrittura, il realismo magico fa della sua caratteristica primaria quella di calare all’interno di contesti vividi e storicamente accurati elementi magici più o meno preponderanti. Nel romanzo di Nghi Vo la magia esiste, ma è un contorno quasi impercettibile, finché non crea veri e propri snodi della trama che rendono la narrazione estremamente interessante. La magia in questo romanzo è strettamente legata all’etnia di Jordan e di chi, come lei, proviene dalla Cina e dalle sue regioni toccate dal colonialismo americano. La magia è vissuta come una segreta arte che si tramanda di generazione in generazione, che scorre nelle vene di un popolo e che tradisce la reale identità di chiunque, celandosi nel sangue. Metafora della linea sotterranea che unisce le persone che posseggono le medesime radici, la magia di Nghi Vo è utile a passare il messaggio dell’inevitabile mescolanza dei popoli e delle culture. Una mescolanza necessaria e perpetua che nessuna politica potrà mai estinguere. 

Considerazioni finali: vale la pena acquistare questo romanzo?

Lungi dall’essere un libro perfetto, The Chosen and the Beautiful resta comunque un’opera estremamente interessante, diversa dai soliti retelling che affollano gli scaffali delle librerie. Per Nghi Vo Il grande Gatsby di Fitzgerald è stato più un punto di partenza per innescare una storia più ampia; per raccontare un decennio che è passato alla Storia per la sua euforia edonistica e per la sua sporca ipocrisia. Temi come la discriminazione etnica, l’amore fluido e non convenzionale, la passione e la rigidità della società di un tempo si fanno strada in una narrazione decadente e sensuale, che regalerà ai lettori momenti di grande spettacolo. Le pecche più significative del romanzo, a mio parere, sono tre: l’autrice ci spinge poco ad immedesimarci nella protagonista, la quale rimane un occhio che vigila e racconta, per lo più distante dal coinvolgimento emotivo di noi lettori per la sua storia personale; nel romanzo le descrizioni abbondano e qualche volta si percepisce uno squilibrio tra la narrazione e le linee di dialogo, povere e macchinose in alcuni tratti; il ritmo è un po’ altalenante e capita che in alcuni punti ci si areni, anche se dopo poco l’autrice si riprende e va spedita verso il culmine dei fatti. 

A parte questo, The Chosen and the Beautiful è un esperimento più che riuscito; un’esperienza di lettura che rimane anche una volta terminato il romanzo, incollata alla pelle come quel velo di sudore nella calura estiva. Mentre lo si legge, è impossibile non vedere immagini nella mente scorrere come in un film in bianco e nero, udire la musica che schiamazza nei party sovrastando il battere dei passi di charleston. Impossibile non provare brividi di eccitazione leggendo della passionale storia di Jordan e fascinazione mista a repulsione leggendo di quella di Gatsby e Daisy. Insomma, amanti dei ruggenti anni ’20 e delle relazioni torbide, ben venuti: questo è il vostro parco giochi dei sogni

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