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La viola di Sara, la recensione

La viola di Sara, la recensione

Una storia di rivalsa e ricerca di se stessi

In collaborazione con Aporema Edizioni, che ancora ringrazio, ho letto “La viola di Sara” di Francesco Montonati, romanzo che è stato, devo dire, una piacevolissima sorpresa. Ma prima di dirvi cosa ne penso, andiamo a vedere di cosa parla questo libro.

La trama di La viola di Sara

Sara è una violista di trentasette anni con un passato da musicista internazionale, che ora lavora in un call center per mantenere il compagno di cui non è innamorata e la figlia di lui; e che nel tempo libero tiene in vita la sua passione per la viola da gamba suonando in un’orchestra amatoriale. Questa vita le sta stretta, così quando il talentuoso violista José Hidalgo le propone di raggiungerlo a Barcellona per un ambizioso progetto musicale, Sara intravede una luce in fondo al tunnel e accetta. Ma un passato irrisolto torna prepotente a bussare alla sua porta, presentandole il conto e trascinandola in un vortice di attacchi d’ansia e sensi di colpa; e così per lei riscattarsi e realizzarsi diventa sempre più difficile. Perché Sara lo sa, più tardi paghi, più salato è il conto…

La viola di Sara: la struttura narrativa

Il libro è diviso in quattro parti che scandiscono i quattro momenti “salienti” della vita della protagonista: nella prima parte Sara è intrappolata in una vita triste e quasi vuota, divisa tra il lavoro, l’orchestra e rientri a casa rimandati sempre il più possibile, che crede però di meritare a causa dei sensi di colpa che la opprimono. Verso la fine di questa prima parte, però, decide di accettare l’invito di Hidalgo e vola a Barcellona. Ed entriamo quindi nella seconda parte del romanzo, in cui sembra che la vita di Sara inizi a prendere una piega positiva, anche se gli attacchi d’ansia continuano a farle compagnia. Nella terza parte vediamo il concretizzarsi del progetto musicale di Hidalgo e del modo in cui Sara affronta queste novità e questi cambiamenti, ed è proprio in questo frangente che i fantasmi del passato iniziano a riaffacciarsi prepotenti nella sua vita presentandole il conto, fino ad arrivare alla quarta e ultima parte in cui Sara arriverà a capire che cosa vuole davvero e che prezzo è disposta a pagare per realizzare i suoi sogni.

 

Per quanto riguarda il finale, mi ha lasciata interdetta per qualche istante, poiché a parer mio, si presta a molteplici interpretazioni.

Un'opinione personale

La viola di Sara è stata una piacevolissima sorpresa, perché nonostante sia un libro relativamente breve (160 pagine, scritto comunque con un carattere abbastanza grande) è stato per me anche abbastanza intenso. Per alcuni versi ho empatizzato con la protagonista, perché molto spesso anch’io -e forse un po’ tutti in generale- mi sono ritrovata a fare i conti con un passato irrisolto e a dover gestire il peso di determinate scelte.

Non mi è stato quindi difficile portare a termine la lettura in breve tempo, complici anche i capitoli brevi.

 

Una scelta narrativa che ho apprezzato molto di questo libro è stata, oltre alla divisione in parti, l’uso di frasi e periodi brevi. Credo che sia stata una scelta azzeccata per questo tipo di romanzo -che in parte definirei psicologico- in quanto ti consente di soffermarti di più su ciò che sta succedendo e di, magari, guardarti dentro e trovare similitudini, com’è successo a me in alcuni punti.

 

Consiglio “La viola di Sara” a chi, come la protagonista, ha bisogno di una spinta per smettere di accontentarsi e provare a realizzare quei sogni che nel cassetto stanno stretti, a chi ha bisogno di un po’ di coraggio in più per prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro.

Due parole sull'autore

Francesco Montonati è cresciuto sulle assi del palcoscenico: è stato musicista e attore, ma senza mai abbandonare la sua occupazione principale. Lavora infatti come freelance in ambito editoriale e collabora con studi, redazioni e case editrici.

A undici anni scrive su un quaderno a righe di quinta elementare il suo primo libro-game, che però non ha mai terminato ma conserva tutt’ora come un oggetto sacro. Cura un blog su libri e scrittura e ha pubblicato vari racconti su alcune riviste letterarie.

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