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Un caso letterario: Come uccidere la tua famiglia

Un caso letterario: Come uccidere la tua famiglia

Di conclamati casi letterari, negli ultimi tempi, ne abbiamo visto parecchi, alcuni il cui successo era più che meritato, altri il cui successo era piuttosto discutibile. Il primo fenomeno letterario di quest’anno è sicuramente Come uccidere la tua famiglia, romanzo d’esordio di Bella Mackie, che sbarca in Italia per Harper Collins dopo il successo che in Gran Bretagna gli è valso 500 mila copie vendute in meno di un anno.

Come uccidere la tua famiglia: la trama di un successo

“Il mio caso è diventato famoso senza che dessi spiegazioni particolari. Ho ucciso diverse persone (alcune in modo brutale, altre con maggior delicatezza), ma mi trovo in prigione per un omicidio che non ho commesso.”

Grace Bernard ha 28 anni e si trova in carcere da un anno in attesa di giudizio, accusata dell’unico crimine che non ha commesso: l’omicidio di Caro, fidanzata del suo migliore amico Jimmy, deceduta in seguito a una rovinosa caduta dal balcone della sua terrazza, complici l’alcol e la droga. Sì, perché Grace ha effettivamente ucciso una persona, anzi sei, come lei stessa ci dice fin da subito, ma non Caro. Grace ha ucciso tutti i membri della famiglia di Simon Artemis, il miliardario che abbandonò sua madre incinta e che poi non volle più sapere nulla né di lei né della figlia che aveva in grembo. In carcere, Grace prende certa e penna e mette nero su bianco il racconto della sua vita, gran parte trascorsa pensando a come sbarazzarsi della sua famiglia.

“Già a tredici anni, benché ancora troppo innocente per ammetterlo, mi confortava l’idea che sarei cresciuta e avrei fatto sì che conoscessero lo stesso dolore che ci avevano inflitto. Con gli interessi.” 

Una vita, quella di Grace, vissuta fino ai suoi tredici anni, con la madre Marie, una madre giovane, con una breve e infruttuosa carriera da modella alle spalle, che l’ha cresciuta come meglio poteva, arrangiandosi con vari lavoretti. Grace cresce consapevole dell’esistenza di un padre che a sua volta sa della sua esistenza, un uomo che vive una vita molto diversa da quella di Grace e Marie. Un uomo che ha una moglie e che ha avuto da lei una figlia che vive una vita di agi, privilegi sociali, potere e apparenze. Grace racconta con dissacrante ironia gli eventi più scabrosi della sua esistenza, quelli che l’hanno nutrita di pane e rancore e che l’hanno portata a progettare gli omicidi di ben sei membri della sua famiglia.

“…ci sono stati momenti simili, istanti in cui mi sono chiesta se Dio non mi stesse dicendo di cambiare rotta e scegliere una vita diversa. Poi però mi ricordavo che non credo in Dio.”

La denuncia sociale in salsa podcast true crime di cui non sapevamo di aver bisogno

“Che uomo generoso era mio zio! In appena venti minuti mi aveva offerto da bere e suggerito un’idea per ucciderlo. Chi ha detto che i ricchi non aiutano i bisognosi?”

Graffiante, ironica, spietato, squisitamente dark, Come uccidere la tua famiglia non è un semplice romanzo crime, ma è una commedia nera che propone la denuncia sociale in veste, si potrebbe dire, di podcast true crime. Al centro del mirino c’è la famiglia Artemis, una famiglia che più disfunzionale non poteva essere e che diventa un perfetto capro espiatorio che permette all’autrice, Bella Mackie, di criticare a tutto spiano i privilegi di classe e il ruolo spesso giocato dai media nei fatti di cronaca nera.

Simon Artemis è il tipico rampollo di una famiglia di ricchi bianchi, manovrato come una perfetta marionetta dai genitori, che lo spingono ad abbandonare Marie quando rimane incinta di Grace. Uno degli uomini più ricchi del mondo, per giunta sposato, non poteva di certo riconoscere una figlia illegittima dei quartieri poveri. Ed è così che i signori Artemis firmano la loro condanna a morte. 

E poi c’è Bryony Artemis, la cui colpa non è altro quella di star vivendo la vita che avrebbe vissuto anche Grace se le cose fossero andate diversamente. Bryony, che si destreggia tra un selfie annoiato e l’altro e il cui tallone d’Achille si rivela essere una banalissima allergia alimentare. Uno shock morire come un comune soggetto allergico dei quartieri poveri.

Ma passiamo a delle macchiette all’interno della famiglia Artemis. Andrew, cugino di primo grado, forse l’unico Artemis ad avere sembianze di un essere umano con una coscienza. Andrew, la famiglia non te la sei scelta tu, ma d’altronde nemmeno Grace, quindi finisci dritto nel suo Death Note, così come quel mandrillo di tuo padre, sempre in cerca di qualche Anastasia Steel selvaggia che possa soddisfare le sue fantasie sadomaso.

L’unica che sfugge allo spietato Death Note di Grace è la madre di Andrew, Lara, che schiaffa in faccia ai presenti in lacrime al funerale del marito il fatto che non fosse di certo un esempio di coniuge tutto casa e chiesa. È così che sfuggi al tuo eventuale omicidio. Bonus points se tu, in quanto moglie, al funerale non versi neanche una lacrima.

Caso letterario o un’ottima strategia di marketing?

“La vita è breve, eppure passiamo un sacco di tempo a discutere con persone tremende dei dettagli delle loro inutili esistenze.”

Come uccidere la tua famiglia è un romanzo che, senza dubbio, colpisce per una serie di motivi. Non è tanto il fatto che gli eventi siano raccontati in prima persona da Grace, ma il modo in cui lo fa. Il tono che usa, così sfacciatamente sarcastico e distaccato nel descrivere come ha eseguito gli omicidi e, in alcuni casi, vi abbia assistito in prima persona, porta il lettore a volerne sapere di più.

Il lettore passa direttamente, senza nemmeno particolari indugi o perplessità, a fare il tifo per l’assassino. Il lettore vuole che Grace li uccida e vuole che gli venga descritta tutta la dinamica. Soprattutto sei sei una lettrice donna e hai un po’ di fame di lotta al patriarcato e allora le parole di Grace diventano le tue, le indossi benissimo sulla pelle, ti rivedi in quel sentimento di insoddisfazione nei confronti del genere maschile.

“Il fatto che volesse punire una ragazza che non faceva i salti di gioia di fronte a una foto del suo pene era agghiacciante, e lo dice una che ha ucciso sei persone.”

Grace è la Mercoledì Addams millennial che nei libri non avevamo ancora incontrato e che, invece, Bella Mackie ci regala confezionata in questo libro con la sovracorpertina rosa caramella che tutto grida tranne che una spiccata vena omicida. Una confezione che si rivela essere non azzeccata, di più. Se è vero che un libro non si giudica dalla copertina, è anche impossibile ignorare un libro di quella tonalità di rosa con una tizia con la vanga in mano in copertina in mezzo a tanti altri libri simili tra loro. È ancora più impossibile ignorarlo se si intitola Come uccidere la tua famiglia e negli scaffali delle librerie vieni sistemato accanto al libro scandalo del Principe Harry.

Scelte che si rivelano essere decisive per il successo di un romanzo decisamente fuori dal comune, ma non di certo gli unici motivi per cui vale la pena di leggerlo. Perché Come uccidere la tua famiglia è un romanzo che si fa leggere con la precisa intenzione di sapere cosa succede, nonostante gli omicidi vengano eseguiti con la stessa facilità con cui si potrebbero rubare le caramelle a un bambino, i capitoli troppo lunghi e il flusso di coscienza di Grace che, soprattutto nella seconda parte del libro, risulta spesso divagante.

Anche il finale spiazza il lettore con un plot twist che tutto è tranne che prevedibile, con l’entrata in scena di un personaggio totalmente in aspettato che ruba lo scettro del potere a Grace e ci lascia con l’amaro in bocca. La conclusione di questo articolo vuole sottolineare come Come uccidere la tua famiglia sia figlio di un’ottima strategia di marketing e lavoro di immagine, ma come sia anche un libro che si merita l’appellativo di caso letterario, perché è una lettura originale, che ti tiene sulle spine, priva di fronzoli e che, se di solito sei team villains, non puoi non recuperare.

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