WITCH WATCHING
Poor Things: la recensione in anteprima da Venezia 80

Poor Things: la recensione in anteprima da Venezia 80

Poor Things è l’ultimo capolavoro (diciamolo capolavoro quando è necessario) del regista Yorgos Lanthimos, nome che forse avrete già sentito per il film candidato agli Oscar 2018 La Favorita. Si tratta della quarta collaborazione tra il regista greco e la magnifica Emma Stone, che questa volta impersona Bella Baxter, una ragazza esperimento: ha il corpo di donna ma la mente di una bambina, un’infante che vede e scopre per la prima volta il mondo. Ma resta sempre nel corpo di un’affascinante adulta dai lunghi capelli corvini e dallo sguardo curioso e intraprendente. 

Poor Things: il Frankenstein femminile di Yorgos Lanthimos

Il film Poor Things è stato presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è stato subito ben accolto, ha ricevuto ben 8 minuti di standing ovation in sala e per molti è il candidato favorito al Leone d’Oro di questa Venezia 80. Il film arriverà in Italia il prossimo anno, il 25 Gennaio 2024, ma noi di Strega in Biblioteca abbiamo già la recensione per voi, in super anteprima.

Poor Things è follia, genio e incredibilità: è l’eccesso e la speranza, la scopertà e l’avidità di avere tutto (e subito). Bella Baxter, la protagonista di Poor Things, è la Barbie Stramba che ci è riuscita: si contorce su se stessa, ma cade sempre perfettamente in piedi – metaforicamente parlando – e lo stesso film ha centrato il punto focale, quel sentimento femminista che nel film di Greta Gerwig era fin troppo esplicito (a buon ragione, vista l’onda di pubblico prevista e raggiunta). Il Frankestein femminile di Yorgos Lanthimos, tratto dal romanzo omonimo del 1992 di Alasdair Gray, è un racconto femminista pauroso e inquietante, dove la parola “femminismo” non viene mai menzionata, ma le 2 ore e 21 minuti sono una bellissima rappresentazione di rivendicazione ed emancipazione femminile.

Di cosa parla Poor Things, in italiano Povere Creature

Siamo in un’epoca imprecisata; gli ambienti rappresentati in Poor Things farebbero pensare a una città a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 1900. Chi può dirlo con certezza? Forse però è proprio l’imprecisione storica a rendere ancora più moderna e attuale la storia di Bella BaxterIl film con protagonista Emma Stone (di cui l’autrice di questo articolo è segretamente innamorata) inizia presentandoci il dottor Godwin Baxter, che vista la situazione preferisce farsi chiamare solamente God, il quale rientrando dalle sue lezione accademiche di chirurgia trova a casa la sua creatura: Bella Baxter. Una bambina, nel corpo di donna, che è la sua migliore creatura. Per Bella, God (interpretato dall’altrettanto iconico Willem Defoe) è qualcosa di più di un esperimento: ha dei sentimenti paterni e benevoli nei suoi confronti, ma riconosce anche di esserne il padrone oltre che il creatore, da qui il parallelismo del nome con Dio. 

Le cose iniziano a complicarsi nel momento in cui God si accorge che necessita di un assistente che tenga traccia di tutti gli incredibili e straordinari successi di Bella e sceglie il suo migliore alunno: il dottor McCandles (Ramy Youssef). Ma l’arrivo dell’avvocato poco professionale Duncan Wedderbun (Mark Ruffalo) stravolge i piani di Bella e del suo padrone. Bella Baxter viene istigata a voler andare oltre le mura della residenza di Godwin e soprattutto scopre il sesso. Il piacere e la soddisfazione che può avere dal rapporto sessuale la travolge e la incita a volerne sempre di più, andando oltre le regole sociali e morali che lei non ostenta a conoscere. 

La protagonista di Poor Thing non conosce pudore e ci piace proprio per questo

Il film Poor Things è opprimente e claustrofobico: alterna riprese in bianco e nero usando il fisheye quando Bella Baxter è rinchiusa in una gabbia dorata dal suo padre padrone. Quando però esce da Villa Godwin e scopre un mondo fatto di violenza e zucchero filato, le riprese di Lanthimos diventano più colorate e regolari. Lo spettatore di Poor Things viene ingabbiato e poi rilasciato insieme a Bella Baxter. E mentre lei impara come ottenere maggiore piacere dagli uomini, noi spettatori la vediamo crescere e smettere di essere una bambina: i rapporti sessuali (che nel film sono molteplici e anche più o meno espliciti) sono la chiave di svolta per Bella. Si libera dalle catene paterne di Godwin per aprirsi al mondo: inizia a provare empatia, generosità e affetto per gli altri. Comincia a conoscersi e farsi domande sul suo corpo, un corpo che non sembra appartenerle ma che in effetti è il suo. Bella Baxter non ha filtri: dice quel che pensa e fà quel che pensa. Prende decisioni impulsive e alla leggera, alcune delle quali non sono farina del suo sacco, ma decisioni di qualcun altro: Bella Baxter allora decide di obbedire.

Bella Baxter nella sua impulsività appare ridicola e divertente, non mostra vergogna o paura nel desiderare nuove esperienze erotiche. Le sembra la cosa più bella del mondo ed è ben felice di aiutare gli altri a raggiungere lo stesso piacere, è generosa. Ogni sua entrata in scena, e qui ci aspettiamo una candidatura ai prossimi premi Oscar per Emma Stone, è elettrizzante. L’attrice cavalca ogni scena con leggiadria ed eleganza, mostrando la nobile follia di Bella come il suo modo di crescere e realizzarsi in quanto donna, e soprattutto in quanto persona.

Perché Poor Things è il film femminista che non ci aspettavamo

Il film Poor Things è un continuo sviscerare temi e situazioni: dal rapporto padrone – creatura all’esasperazione scientifica, e poi ancora l’adattamento e il riadattamento nel mondo. L’imparare ad essere una donna, a far prevalere i propri diritti, che vanno oltre i sentimenti di sicurezza e amore. Per crescere bisogna fuggire dalla propria infanzia: Bella Baxter fugge nel vero senso del termine, durante quella che potremmo definire come una crisi adolescenziale e torna a casa che non è più una bambina nel corpo di una donna, ma qualcosa di diverso. Capire il motivo di tale mutamento lo lasciamo alla folle spiegazione di Yorgos Lanthimos, ma è chiaro a chi ha visto il film il messaggio del regista e della sua già iconica creatura: una donna può decidere con chi stare perché lo vuole davvero e non perché qualcuno glielo ha imposto. E’ libera di essere la ragazza felice e spensierata, con un simpatico senso di vendetta, che meritava di essere fin dal principio della sua storia.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *