OPINIONISTA
Genderfluid magico: la metamorfosi del genere tra le pagine scritte

Genderfluid magico: la metamorfosi del genere tra le pagine scritte

La lettura si affronta in tanti modi e per diversi motivi. Spesso si legge per passione; alle volte per dovere; in molte occasioni queste due finalità possono coincidere. Chi si immerge nella lettura, lo fa, ovviamente, seguendo un gusto, o anche più di uno. Non è difficile per ognuno di noi approcciarci ad una storia diversa da quella che abbiamo letto in precedenza. E proprio in questa pluralità io, nelle mie esperienze di lettura variegate, ho spesso trovato un comune denominatore. La scintilla è scattata nella lettura di una trilogia fantasy di Rick RiordanMagnus Chase e gli Dei di Asgard, quando viene introdotto il personaggio di Alex Fierro. Un ragazzo, o una ragazza, a seconda delle occasioni, che tramuta il proprio aspetto e il proprio genere. Da qui ho esplorato il tema dei personaggi genderfluid.

La metamorfosi del corpo nella letteratura

Sul tema della metamorfosi ne abbiamo sempre sentito tanto parlare e leggere. Sin dall’alba della letteratura, non è mai mancata occasione di potersi imbattere in personaggi capaci di cambiare il proprio aspetto. La storia ci mostra come nel corso dei secoli l’essere umano abbia letto di questo momento di cambiamento. Dal poema epico-mitologico di Ovidio, in cui il poeta romano trasmette ai posteri le storie più famose della mitologia antica che ruotano attorno a questo tema, ad Apuleio, nello stesso contesto letterario, che nelle sue Metamorfosi o L’asino d’oro ci racconta, nell’unico romanzo integro della letteratura latina giunto fino a noi, un episodio che muove poi tutti gli altri intrecci: la trasformazione di Lucio in asino, che tanto ci ricorda la trasmutazione di Pinocchio, conosciuto nell’opera di Carlo Collodi e nell’omonimo adattamento della prima metà nel Novecento da parte della Disney.

testi letterari sulla metamorfosi

Quando poi, a partire dal Medioevo, si dà avvio alla diffusione della letteratura arturiana, c’è Merlino che nelle sue più antiche attestazioni non è tanto un mago, come noi contemporanei comunemente pensiamo, ma un profeta che conosce il passato e prevede il futuro. Ma Merlino, nel Piccolo Ciclo di Robert de Boron e nel più ampio ciclo della Vulgata o del Lancelot-Graal, ha un terzo potere: quello della trasformazione. Un puer senex (giovane anziano) con l’abilità di trasformarsi e di ingannare il prossimo. Lo stesso tema lo si rivede nelle versioni del Tristano e Isotta: anche se non magica, la trasformazione si manifesta attraverso il mascheramento, con il fine di imbrogliare e di ingannare. Eppure, questi esempi sono solo una piccolissima parte di ciò che possiamo ritrovare nelle varie forme narrative. Ma, in una sua particolare accezione, la metamorfosi che piega può prendere?

Il genderfluid: dalla questione dell'identità di genere alla trasformazione

Genderfluid: chi rifiuta di riconoscersi in un’identità sessuale definita e definitiva. Così recita l’enciclopedia Treccani. Ma di che cosa stiamo parlando? Ci riferiamo all’identità di genere: i generi possono coesistere contemporaneamente. Un individuo può passare da un’identità all’altra o persino non identificarsi in nessuna.

«…alcune persone preferiscono utilizzare “loro”» disse Alex. «Sono persone non binarie, a metà spettro, diciamo, e se vogliono che con loro si usi la terza persona plurale, è così che devi fare. Ma, per quanto mi riguarda, non voglio utilizzare sempre lo stesso pronome, perché io non sono fatta così. Io cambio molto. È questo il punto. Quando sono una lei, sono lei. Quando sono un lui, sono lui…».

Una premessa è doverosa: la rivoluzione linguistica negli ultimi anni sta facendo passi avanti. Sempre più persone fanno attenzione quando parlano e scrivono. Con la schwa o l’asterisco si può fare la differenza. Approfondendo il tema, parlerò di esempi che sono fuori dal comune. Alex Fierro è la rappresentazione più cristallina, quella in cui la fluidità viene nominata e resa esplicita, eppure è proprio Alex che desidera che il pronome che viene utilizzato nei suoi confronti cambi a seconda del momento, ovvero quando si sveglia ragazzo o quando si sveglia ragazza.

Bandiera genderfluid

I personaggi che sto per nominare sono una sorta di rappresentazione di questa trasformazione. I casi sono diversi tra loro per diverse motivazioni. Prima di tutto per il genere: un manga, un romanzo ormai entrato nel canone letterario e un libro di narrativa per ragazzi. La provenienza geografica: una storia dal Giappone, una dall’Inghilterra e un’ultima dagli Stati Uniti. Il tempo in cui sono stati scritti: un fumetto giapponese di fine anni Ottanta e inizio Novanta; una dedica d’amore scritta durante gli anni Venti del secolo scorso; e una storia dei nostri tempi.

Ranma, la trasformazione genderfluid è una maledizione

Mentre per Woolf e Riordan c’è un grado di consapevolezza maggiore, Takahashi tratta il suo protagonista con leggerezza, senza mostrare un pensiero socialmente impegnato.  “Questo corpo certo non è mio”, è un verso della sigla italiana di Ranma ½, scritto e disegnato da Rumiko Takahashi (conosciuta come la “regina dei manga”) tra il 1987 e il 1996, da cui è stato tratto l’anime. La storia è quella del sedicenne Ranma, cresciuto dal padre come artista marziale e vittima di una maledizione dopo un viaggio in Cina. I due, infatti, dopo essersi recati a delle sorgenti, cadono in due fonti termali.

genderfluid, Ranma

Il nostro protagonista è condannato a trasformarsi in ragazza ogni volta che entra a contatto con l’acqua fredda e può tornare ragazzo appena si bagna con quella calda. La maledizione di Ranma è il motore principale dell’azione. Il ragazzo cerca in tutti i modi di ritornare un maschio al 100%, ma ogni suo tentativo risulta vano e presto impara a sfruttare questa sua doppia identità a suo favore. È chiaro che lui si identifichi come un ragazzo e in quanto tale rifiuta la sua attuale condizione.

Gli anni Ottanta non erano di certo il tempo del politically correct, pertanto, la questione non è trattata con tatto. Rumiko Takahashi, infatti, non ha mai voluto instillare nel suo progetto qualche pensiero sul concetto di genderfluid. L’autrice ha spesso ribadito come la genesi del personaggio di Ranma non ha nulla a che fare con tutto ciò, ma piuttosto come uno spunto di divertimento, nel disegnare un soggetto che cambia continuamente forma. È molto ricorrente in tutta l’opera la tematica della trasformazione e del travestimento, anche in altri personaggi. Il manga è una commedia degli equivoci e il malinteso del genere è più che altro l’espediente perfetto.

Orlando, un genderfluid di altri tempi

Il romanzo Orlando, del 1928, Virginia Woolf lo dedicò a Vita Sackville-West, autrice con la quale trattenne una relazione epistolare. Il figlio di Sackville-West, infatti, lo definì la più lunga lettera d’amore della storia. Woolf è stata, e forse lo è ancora oggi, portavoce di un’identità che nei primi del Novecento non era ben accetta. Ma il genderfluid nel romanzo come si attua? La storia è quella di un nobile sedicenne dell’età elisabettiana. Amante della solitudine, della natura e della poesia, si afferma nella corte della regina come poeta e scrittore. Durante un viaggio verso l’Asia minore dorme per sette giorni. Al suo risveglio è diventato una donna. 

Orlando, Virginia Woolf

In un primo momento al lettore pare quasi di star leggendo un libro di avventura, con un (poi una) protagonista che affronta un viaggio, pieno di peripezie e incontri disparati. Tuttavia, il libro dipinge con lucida analisi i rapporti di genere nella società inglese. È facile rivedere come nel corso della storia molteplici sono gli elementi fantastici. Come la linea temporale prolungata in più secoli che estende la narrazione in un tempo lunghissimo e che ci mostra anche come la società cambia attraverso la metamorfosi.

 «I sessi sono diversi; eppure si confondono. Non c’è essere umano che oscilli così da un sesso all’altro…»

L’ambiguità del sesso è plurima. La realizzazione del cambiamento si conclude attraverso il cambio d’abito. Il costume che rende e mostra “l’ambiguità di genere”. Tuttavia, non è da disdegnare il significato che offrono. Sasha, per esempio, figlia dell’ambasciatore russo, si contraddistingue perché gli abiti che indossa, che potremmo definire “unisex”, creando questa confusione sul suo genere. Allo stesso tempo, anche per Orlando la trasformazione non può mai essere completa, fino a quando il cambiamento non avviene anche tramite i vestiti. Arriva a sentirsi completamente donna, solo quando finalmente indossa abiti femminili.

Alex Fierro e il potere della trasformazione

Il personaggio di Alex Fierro fa parte della trilogia di Magnus Chase e gli dei di Asgard, dalla penna di Rick Riordan e ascritta nello stesso universo narrativo di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo (per chi ha letto i libri sa che c’è una profonda correlazione tra le due saghe). Alex fa parte della progenie di Loki, divinità norrena dell’astuzia e degli inganni, ambigua per la sua particolare abilità di saper mutare la propria forma per ingannare il prossimo. Anche Alex ha queste particolari abilità, tra cui quella di modificare il proprio genere. Ma è un personaggio genderfluid, o qui è solo un espediente narrativo?

Magnus Chase e gli dei di Asgard

L’autore della saga, in quanto insegnante, ha avuto alunni transgender e genderfluid da cui ha preso ispirazione. Rick Riordan agisce con consapevolezza della realtà che lo circonda, costruendo un soggetto che sia in grado di rappresentare tale tipo di realtà. Risultato? Magnus Chase è un prodotto per ragazzi e l’autore in tutto il suo universo narrativo ha creato una realtà varia, fatta di inclusione e accettazione, che comporta sia i suoi pro che i contro.

In fin dei conti, il personaggio genderfluid di Alex è innovativo proprio per la sua collocazione all’interno di un libro per ragazzi. La critica, quando il romanzo è stato pubblicato, infatti, non ha smesso di elogiare l’operato dello scrittore proprio per aver introdotto un personaggio LGBTQ+, nonostante possa considerarsi un “rischio” per una letteratura così giovanile, a causa di un possibile rifiuto da parte dei genitori di quei ragazzi e ragazze che affrontano questa realtà. Ma Riordan abilmente narra in perfetta armonia le complessità razziali e sessuali del mondo, facendo coesistere anche più religioni, antiche e moderne, con coerenza e permettendo che l’inclusività sia l’ordinario e non lo straordinario.

Conclusioni

In conclusione, anche se ci sarebbe ancora tanto altro da scoprire, la metamorfosi e la figura del “mutaforma”, se così la vogliamo chiamare, ricopre un ruolo nella letteratura che riesce senza dubbio a incanalare sotto una luce fantastica gli elementi per esprimere al meglio le caratteristiche del genderfluid. Non è nient’altro che un modo più esplicito, diretto e immediato di rappresentazione. Lo abbiamo visto con Ranma, quando nessun intento “sociale” è presente; è stato così anche per Orlando che invece si fa portavoce di una condizione di amore e separazione da esso, che rifugge in un racconto sociale sotto forma di romanzo che ha abbattuto le barriere del tempo; e si palesa con Alex Fierro che si libera da ogni remora e utilizza le parole al posto giusto. Pensato e ragionato, il personaggio non ha paura di mostrare il suo essere, vincendo le avversità di chi lo considera “diverso”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *