
Geografia del Cinema: il cinema greco
Geografia del Cinema è la nuova rubrica firmata Strega in Biblioteca che proverà a farti da bussola per orientarti nell’atlante cinematografico mondiale, dandoti tutti gli essenziali per capire meglio il cinema straniero di cui sempre si parla, ma spesso avendo poche basi solide per apprezzarne davvero le sfumature. Il primo paese su cui vogliamo atterrare è la Grecia, una terra dalla storia millenaria, culla di culture, che ha portato alla luce patrimoni dell’umanità come Omero, lo tzatziki e Yorgos Lanthimos. In aggiunta a ciò che vedremo in questo articolo, abbiamo fatto uscire anche una puntata sul nostro podcast, che puoi ascoltare cliccando qui.
Le origini del cinema greco
Il cinema greco ha una storia ricca e affascinante che riflette le trasformazioni politiche, culturali e sociali del paese lungo tutto il XX Secolo fino ad oggi. A causa delle costanti altalenanze economiche, sin dagli inizi l’industria cinematografica si sviluppa lentamente in Grecia, con pochi investimenti e scarsi mezzi produttivi. Il primo lungometraggio greco è considerato Golfo (Konstadinos Bahatoris, 1914), un film romantico basato su una popolare opera teatrale; era, infatti, una tendenza comune del paese che il cinema si ispirasse al teatro.

Durante il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, si assiste a una fioritura del cinema greco, con la nascita di nuove case di produzione come Finos Film, che contribuisce alla creazione di un vero e proprio star system greco e alla partecipazione a festival internazionali.
Il cinema politico di Theodoros Angelopoulos
Dopo la Dittatura dei colonnelli (1967–1974), il cinema greco inizia a impegnarsi di più a livello politico, soprattutto attraverso i lavori del regista Theodoros Angelopoulos (Atene, 1935-2012), noto per i suoi lunghi piani sequenza e temi storici (es. L’eternità e un giorno, Palma d’Oro a Cannes nel 1998). Durante gli anni della dittatura, Angelopoulos viene esiliato a Parigi, dove studia cinema, esordiendo alla regia con il cortometraggio La trasmissione (1968). Nei suoi lavori è sempre molto importante il legame sociale e politico col proprio territorio di origine, del quale sottolinea le corruzioni, i contesti marginali e le contraddizioni.

Yorgos Lanthimos e la Weird Wave
Dopo una generale crisi socio-culturale degli anni Ottanta e Novanta, negli ultimi anni il cinema greco ha attirato attenzione internazionale grazie a un nuovo stile surreale, minimalista e provocatorio, chiamato Weird Wave, a cui fa da capostipite il regista Yorgos Lanthimos (Atene, 1973).
In recent years, Greece’s global image has been jolted from Mediterranean holiday idyll and home of big fat weddings to fractious trouble spot. And not just in economic terms; let’s not forget Greece had its own street riots in 2008. So perhaps it’s to be expected that the country’s cinema is changing, too. The growing number of independent, and inexplicably strange, new Greek films being made has led trend-spotters to herald the arrival of a new Greek wave, or as some have called it, the “Greek Weird Wave”.
Steve Rose, Attenberg, Dogtooth and the weird wave of Greek Cinema
Partendo dal mondo degli spot pubblicitari e dalla creazione di comunicazioni creative (ad esempio, ha fatto parte del team creativo delle Olimpiadi di Atene del 2004), Lanthimos dirige il suo primo lungometraggio nel 2005: Kinetta.

Il successo tra il grande pubblico internazionale è raggiunto nel 2009 col suo terzo lungometraggio, Dogtooth, presentato al 62º Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. Un film distopico la cui storia ruota attorno alle inquietanti dinamiche tossiche di una famiglia talmente alienata dal proprio isolamento da non presentare nemmeno un nome proprio.

Nel 2015, con The Lobster, il suo primo film in lingua inglese, vince il Premio della giuria al Festival di Cannes, ottenendo sempre più successo e notorietà globale, alimentata anche dai suoi successivi lungometraggi: Il sacrificio del cervo sacro (2017) e La favorita (2018). È però con Povere Creature! (2023) che raggiunge l’apice del suo successo, aggiudicandosi grazie a tale film quattro Oscar su ben undici candidature, due Golden Globe e Il Leone d’Oro.

Athīna Rachīl Tsaggarī e il cinema greco femminile
Una regista greca donna molto importante, parte fondamentale della Weird Wave, è Athīna Rachīl Tsaggarī (Atene, 1966), diventata nota soprattutto grazie al suo secondo lungometraggio del 2010, Attenberg, presentato alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. L’aspetto più interessante di questo film è proprio lo sguardo intimo e femminile che riesce ad avere su giovani donne greche nel loro passaggio da adolescenti a giovani adulte, in contesti periferici in cui temi come il sesso, l’identità, la morte e il rapporto con il patriarcato vengono affrontati con espressività e inadeguatezza, creando la giusta dose di empatia tra pubblico e protagoniste.

Informazioni utili per una serata a tema cinema greco!
In continua espansione, ma ancora troppo poco conosciuto, il cinema greco propone un mondo narrativo ricco di simbolismi, tensioni e umanità. Di seguito, vi lasciamo i nostri titoli preferiti e dove poterli guardare nelle calde sere d’estate che ci aspettano:
L’eternità e un giorno (Mia eoniotita kai mia mera), Theodoros Angelopoulos, 1998, disponibile su Internet Archive.
Dogtooth (Kynodontas), Yorgos Lanthimos, 2009, disponibile su Now TV.
La favorita (The Favourite), Yorgos Lanthimos, 2018 disponibile su Disney+.
Povere Creature! (Poor Things!), Yorgos Lanthimos, 2023) disponibile su Disney+ e Now TV.
Attenberg, Athīna Rachīl Tsaggarī, 2010, disponibile su Internet Archive.