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Io, Casanova: la recensione dell’ipnotica riscrittura di Ida Amlesù

Io, Casanova: la recensione dell’ipnotica riscrittura di Ida Amlesù

Era spesso nudo nel corpo, mai nell’animo. Le sue parole, anche quando erano sincere, non servivano mai a rivelarlo, quanto piuttosto a nasconderlo meglio. Essere lui era facile e difficilissimo: più parlava di sé, più rimaneva un mistero – forse persino per se stesso.

Io, Casanova, Ida Amlesù

Voglio iniziare la mia disamina di questo romanzo riportando le parole della sua autrice. Sono loro le protagoniste assolute di Io, Casanova, libro che valica i confini tra i generi, mescolando history fiction, memoirromanzo d’avventurafictional biography. Il nuovo, attesissimo romanzo di Ida Amlesù è arrivato in libreria il 18 marzo per Sonzogno, in seguito al grande successo di Julie, sempre riscrittura di un iconico personaggio storico abile nel travestimento e protagonista di mille avventure. Con Io, Casanova l’autrice supera ogni nostra possibile aspettativa, trascinandoci in una storia sconquassata da passioni turbolente, cuori infranti, pericoli inafferrabili e inquietanti maschere del Carnevale. 

Da dove parte e dove conduce Io, Casanova?

Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sentito il nome Giacomo Casanova, personaggio storico nato nella Venezia del 1725 (quest’anno festeggiamo i 300 anni dalla nascita) e assoluto protagonista della “piccola Storia” del suo secolo, quella lontana dalle pagine dei manuali scolastici, ma vivissima nell’immaginario comune. Con le sue bellezze appariscenti, i suoi teatri e le sue maschere, i suoi equilibri sociali, il suo sottosuolo immaginifico, il Settecento risuona nel personaggio di Casanova, il quale è egli stesso una figura immaginifica, con il tempo divenuta sempre più vicina alla leggenda che alla “banale” realtà. Seduttore, scrittore, alchimista, sperimentatore, viaggiatore, servo, gentiluomo, carcerato: quale parola incarna al meglio un uomo che è stato al contempo ognuna di queste cose, e tante altre ancora? Forse una parola non ci serve a molto, ma il romanzo di Ida Amlesù certamente corre in nostro soccorso. 

Con Io, Casanova l’autrice parte dalla autobiografia dello stesso Giacomo, Storia della mia vita, per condurre noi lettori lontano, in un passato che sa di fiaba eppure è tangibile. Mescolando realtà e immaginazione, il Casanova di Ida Amlesù si sdoppia in due voci, quella di Giacomo e quella di Anna, personaggio di cui non oso anticiparvi nulla. In loro compagnia ripercorreremo una buona parte della vita di entrambi, pedine di complotti e segreti impronunciabili, amanti e nemici giurati, avventurieri e servitori al comando dei potenti. Indovini e maghi, bugiardi e profeti: tutto di loro sarà in grado di stupire come una lanterna magica nel buio di un salone… Sta a voi decidere quando spegnere le luci. 

Un viaggio nella scrittura di Ida Amlesù

Leggendo Io, Casanova è impossibile non domandarsi quanto tempo ci sia voluto per raccogliere un tale numero di parole e scovare con perfetta precisione il loro posto all’interno di un testo. Ida Amlesù costruisce la sua storia – complessa e ricca di stratificazioni – brandendo la penna (o più realisticamente, anche se meno poeticamente, la tastiera del computer) come un’arma affilata. Nelle pagine di Io, Casanova vi intratterrete come di fronte ad un duello di scherma, senza mai riuscire ad indovinare la mossa successiva di uno degli sfidanti, cullati dalla dolcezza dei movimenti, dall’eleganza delle posture, eppure in perenne tensione per l’adrenalina che scorre nel sangue. Una danza con in pugno un fioretto. Il risultato lascia senza fiato: Io, Casanova trascina l’immaginazione ovunque l’autrice desideri, senza possibilità di sfuggire ai colori e alle sagome tratteggiate sulla sua tela. L’immersione nella storia di Anna e Giacomo è inevitabile, come battere il piede a terra quando si sente una canzone orecchiabile. Neanche volendo saremmo capaci di fermarci

Il testo di Io, Casanova non è prezioso solo per la sua ineccepibile forma, ma anche per il livello di padronanza dell’argomento che Ida Amlesù dimostra di avere guidandoci in questo misterico Settecento. Risuonano allegre le atmosfere più straordinarie di un secolo che nell’immaginario comune viene ricordato per l’oro acceso degli stucchi Rococò e per i vaporosi abiti delle dame; per l’Opera e per le parrucche incipriate di bianco; per le briose storie di passione rappresentate nelle tele di Jean-Honoré Fragonard; per l’esotismo e i viaggi dei grand tourist; per i film come Berry Lindon e Le relazioni pericolose che hanno impresso nelle nostre menti quei paesaggi decadenti eppure bellissimi, come una rosa prossima a sfiorire. Tutte queste sensazioni, questi campi semantici che ho evocato dietro i vostri occhi li ritroverete leggendo Io, Casanova: un romanzo che trasuda la conoscenza e l’amore dell’autrice per la Storia, una Storia costruita partendo dal basso, dai suoi protagonisti meno noti. Dalle genti delle taverne, dai politici da quattro soldi, dai teatranti e dagli innamorati. Da tutti quei personaggi che vale davvero la pena leggere nei romanzi

I luoghi di Io, Casanova

Si può dire di aver visto una città quando la si è solo letta in un romanzo? Molti direbbero di no, ma chi ha letto Io, Casanova può facilmente affermare di essere stato a Venezia senza essersi mosso dal divano di casa sua. Ma di quale Venezia stiamo parlando? Di quella del 2025, in overtourism? Decisamente no. Come affermato dalla stessa autrice durante l’intervista per il nostro podcast (clicca qui per ascoltarla su Spotify), in Io, Casanova si viaggia in maniera molto particolare: i luoghi che incontrerete nel libro – Venezia, Parma, Rimini, Costantinopoli e molti altri – sono quelli visti dagli occhi dei suoi personaggi, filtrati dal loro tempo e dalle loro emozioni, e questo non potrebbe renderli più affascinanti.  

Vedevo Venezia, enorme, con il suo corpo di donna fatto d’acqua, e San Marco che porgeva il suo seno di cupole alla volta stellata. Sì, Venezia non era che una gigantessa a bagno nella laguna, e noi tutti eravamo nani che la lavavano con cura, sperando ci compiacerla…

Io, Casanova, Ida Amlesù

Si parte quindi per un viaggio in soggettiva, che reclama a gran voce l’emozionalità dello spostarsi per luoghi mai visti prima o conosciuti da sempre. Ogni parte del romanzo è, infatti, ambientata in un contesto diverso: ci muoviamo tra i dietro le quinte di un teatro dell’Opera italiano; saltiamo a bordo di una nave diretti in Turchia; veniamo rinchiusi in un Serraglio di Costantinopoli; sbirciamo nello studio di un pittore al Louvre. E – come dimenticarla? – scivoliamo come gondole sul pelo dell’acqua lungo i canali di Venezia. La città emerge in tutta la sua atmosferica bellezza, riempiendoci gli occhi più di angoli bui che di sontuose panoramiche. Venezia: la città della laguna, la città delle taverne, la città della prigione. Amante e Madre di Casanova, che nel romanzo, quando compare, assume in tutto e per tutto le fattezze di un personaggio che vive e respira. 

Un romanzo umano, anzi umanissimo

Abbiamo parlato di parole, di Storia, di viaggi e atmosfere, eppure non abbiamo ancora toccato il nodo di Io, Casanova: la sua trasudante, magnetica, commovente umanità. Ida Amlesù tratteggia un mondo popolare e popolato, vissuto da decine di genti diverse che intrecciano tra loro i propri destini, miseri o magnifici che siano. Questo romanzo ci racconta che anche la più piccola storia vale la pena di essere raccontata, che nessun personaggio è troppo insignificante per essere lasciato indietro: il solo fatto di esistere lo rende interessante. Quali sono le emozioni che ci attraversano? Quali gli istinti che soggiacciono sottopelle? Quali i sogni, i desideri, le aspirazioni? Che tipo di segreti cela il nostro sguardo? Quante parti di noi stessi siamo disposti a rivelare e a chi? Giacomo Casanova e Anna non fanno che domandarselo e noi con loro. 

Che stai facendo? / «Casanova, ecco cosa.» Un tempo, non mi sarebbe pesato. Cedere per non soccombere, eccetera. Forse mi sarei persino divertito. Ma cominciavo ad annoiarmi anche di questo, un tedio che mi mordeva il cuore, un urlo muto che mi squassava le viscere. Chi ero? La spia di un diplomatico, il suo parassita? Un uomo che cavalcava l’onda del momento, che si vendeva alle voglie dei potenti, ai loro capricci – o un’anima che ancora cercava un amore in cui mondarsi, e che mondasse ogni peccato?

 Io, Casanova, Ida Amlesù

Nei suoi romanzi, come già ci aveva dimostrato in Julie, Ida Amlesù ama scrivere di personaggi mascherati, di trasformisti. Che peso ha indossare una maschera quando questa ti permette di vivere a pieno la tua vera identità? Durante l’interezza del libro non facciamo che seguire Anna e Giacomo nelle loro vite rocambolesche, eppure è come se ne stessimo osservando una sola: Anna si trasveste e si finge Casanova prima per gioco, poi per sopravvivenza, finché non inizia a prenderci gusto ad essere qualcuno che non è. Ma le maschere, se indossate troppo a lungo, diventano prigioni, e quindi, infine, sia noi che Anna non facciamo che domandarci: chi sei tu? Con quale voce parlano i tuoi pensieri? Con che occhi assisti ai tuoi sogni? E dalle stesse domande non sfugge neanche Giacomo in persona – in tal senso, il finale del libro lascia senza fiato. Io, Casanova allora si trasforma in un romanzo sull’identità e sulla nostra personalissima ricerca di essa, una ricerca che deve necessariamente valicare le sovrastrutture della società e scavare nel nostro profondo. Chissà se, anche dopo tutto questo cercare, ci verrà consegnato solo l’ennesimo travestimento… 

Perché dovreste assolutamente leggere Io, Casanova?

Se siete arrivati fino a questo punto dell’articolo (innanzitutto, grazie: avete sopportato i deliri di un’innamorata) forse la risposta a questa domanda già ce l’avete in tasca. Ma repetita iuvant, no? 

Io, Casanova è un romanzo che vi lascerà a bocca aperta per la sua infinita cura linguistica, per la sua forma immersiva e raffinata, che cresce e si moltiplica insieme ai suoi personaggi, facendoci percepire ad ogni capitolo il passo successivo di un climax che può solo condurre ad un finale da lacrimoni. Se i romanzi storici vi appassionano, questo è impossibile lasciarselo sfuggire. Se invece della Storia non ve ne frega nulla, tanto meglio! Io, Casanova parla a tutti, perché è un libro che innanzitutto racconta la storia di due anime alla perenne ricerca di se stesse, di amore, di libertà: e, in fondo, queste tre cose non sono quelle che ognuno di noi ricerca dal giorno in cui viene al mondo a quello in cui è destinato ad abbandonarlo? 

Com'è nato Io, Casanova? Ce lo racconta Ida Amlesù

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