
Amberlough di Lara Elena Donnelly, la recensione
“What will you sacrifice for love?” recita la citazione impressa sulla copertina dello spy-thriller firmato Lara Elena Donnelly. Pubblicato nel 2017 da Tor Books, Amberlough è il perfetto esempio di uno “standalone with a series potential”: primo volume degli Amberlough Dossier, segue le vicende di un contrabbandiere, di una spia, e di una ballerina di Cabaret tra i fumi di una città sull’orlo di un golpe nazionalista.
Amberlough: la trama
“It will be fine, I’m sure. Nobody’s going to kill you. It’s just a little bit of politics: flirtation and double-talk.” […]
“You’ll handle it beautifully, whatever it is. The Ospies haven’t got a chance”Amberlough, Lara Elena Donnelly
Cyril DePaul è un agente segreto di stanza ad Amberlough a seguito di una missione fallita; Aristide Makriscosta, al contrario, è molte cose: maestro delle cerimonie nel più sgargiante teatro della città, un trafficante e un criminale, e l’amante non troppo segreto di Cyril; Cordelia Lehane, tuttavia, è solamente una ballerina di burlesque.
Mentre tutt’attorno alla capitale il partito unionista raccoglie sempre più consensi, Cyril si ritrova costretto al tradimento, pur di salvarsi la pelle, e il prezzo da pagare è la stessa città di Amberlough.
Il worldbuilding: di fascismo e cabaret
Across the street from the preacher, the Bee stood tall between a wine bar and a casino, brighter than any other theatre on Baldwyn Street. Brilliant swirls of white bulbs, lit agains the gray afternoon, made the golden moulding of the marquee shine as bright.
Amberlough, Lara Elena Donnelly
Ho scritto questa recensione mentre ascoltavo la colonna sonora di Cabaret – non per qualche fortuita coincidenza, ma perché le differenze sono minime. L’ambientazione di Amberlough trae forte ispirazione dalla Repubblica di Weimar a cavallo degli anni ‘20 e ‘30. A partire dalla popolarità del teatro cabarettistico sino alle differenze di classe, tutto ci appare perfettamente riconoscibile, se non familiare: il tramonto che filtra dalle persiane in uno studio che puzza di sigaro, il ticchettio dei tasti di una macchina da scrivere, le luci soffuse del Bumblebee, il teatro dove ogni notte Ari e Delia vanno in scena… Amberlough City si rispecchia in questo nostro senso di familiarità e ne esce sgargiante, a tratti decadente.

Donnelly tratteggia la città di Amberlough quasi fosse un personaggio a sé stante, un unicum, che spicca come un simbolo di libertà e di diversità rispetto agli altri quattro stati (Farbourgh, Tzieta, Tatié e Nuesklend) che compongono la Federazione di Gedda: se il porto di Dastya è un campo minato, quello di Amberlough City è prospero ed internazionale; se il resto del paese ha votato per gli unionisti, Amberlough City deve ancora tenere le elezioni. Se gli Ospie sono fascisti con bande armate di stivali neri (in inglese “black boots”) al loro servizio, Amberlough City è multietnica, queer, e con donne al potere nelle sue principali istituzioni.
E tutto questo, come una play within the play, si rispecchia nel Bumblebee, il teatro che fa da casa a due dei tre protagonisti e che si renderà simbolo di resistenza.
Cordelia Lehane: Analisi di un personaggio grigio
A discapito della sua trama avvincente e del vivido worldbuilding, Amberlough trae la propria forza dai personaggi: Aristide, Cyril e Cordelia – i tre punti di vista – sono moralmente ambigui, egoisti, cinici, e le loro decisioni spesso vengono prese a discapito del bene comune; eppure, non sono né antagonisti, né criminali (più o meno), sono tutti e tre antieroi a modo loro.
“You ain’t surviving. Your heart’s beating, sure, but there’s nothing left inside it. Lest I been honest with my ugliness. All these lies, they’re hollowing you out.”
Amberlough, Lara Elena Donnelly
Cordelia Lehane esemplifica perfettamente questa moralità grigia che permea la narrazione: quando la incontriamo, all’alba di una giornata d’autunno, nel secondo capitolo, non è nient’altro che una performer di Cabaret più o meno discreta. Rispetto agli altri protagonisti, lei non è né istruita, né ricca, né detiene alcuna sorta di potere sul mondo che la circonda. È una persona fatta di artifici, come Aristide, del resto, ma a differenza sua, questi sono artifici che si scrostano dalla sua pelle come locandine sotto la pioggia: mentre i ricci di Aristide sono ben curati, veniamo subito informati che quelli di Cordelia sono troppo rossi, troppo finti, innaturali.
È fin troppo facile sottovalutarla davanti alle sue più esuberanti controparti, eppure è lei che più sorprende nel terzo atto della storia – perché da lei, la resistenza attiva, quasi non ce l’aspettiamo.
Momento fangirling : la relazione tra Cyril e Aristide
Il romance tra Cyril e Aristide è chiaramente l’elemento che più salta all’occhio, nelle sue finzioni e nei suoi non detti, e forse era questa l’intenzione di Donnelly. D’altronde, il romanzo si apre su un Cyril che di primo mattino si risveglia nel letto vuoto di Aristide, solo per trovarlo a leggere il giornale davanti alla colazione. Couple goals? Assolutamente no, solamente interessi comuni – ma è davvero così?
He wasn’t an idiot; he knew Cyril didn’t love him and, stones, he was sharp enough not to fall for Cyril. But if Cyril was in a better mood, he’d open up. Aristide might get a few more drinks in him, might find out what had put that charming worried wrinkle between his eyes. And it might be useful.
Amberlough, Lara Elena Donnelly
Cyril e Aristide hanno entrambi una forte individualità, eppure funzionano al loro meglio quando le loro trame si scontrano e si modellano l’un l’altra; sono uno dei pochi casi in cui la mancanza di comunicazione rende il romance non solo interessante, ma anche struggente, perché è necessaria. La loro non è una relazione che pretende di essere sana né ai loro occhi né agli occhi del lettore, eppure non possiamo fare a meno di sperare che lo diventi, e che questi personaggi abbiano un lieto fine. Mio personalissimo commento: non mi sono ancora ripresa.
"What would you do?": la questione morale in Amberlough

Il tema della moralità e della (mancata) resistenza permea la narrazione: in Amberlough non siamo circondati da rivoluzionari con una spiccata tendenza al sabotaggio, anzi – spesso siamo costretti a confrontarci con scelte al limite del collaborazionismo, decisioni egoiste che ci fanno ribrezzo, come quella che Cyril prende all’inizio del romanzo. Ma sempre ci scontriamo con la stessa domanda: cosa avremmo fatto noi? Dove finisce la linea di demarcazione tra la sana autoconservazione ed il supporto a un regime violento e oppressivo? E soprattutto, fare del male per proteggere un’altra persona è una valida attenuante?
Amberlough non ci regala alcuna risposta al quesito, né esplicita, né implicita, tutt’altro: nei suoi fumi ogni questione morale si offusca e diventa grigia – tutto (tranne gli Ospie) è lecito e allo stesso tempo tutto (soprattutto gli Ospie) è ingiustificabile; ma resta fondamentale ed indubbia la necessità della resistenza.
Perché leggere Amberlough ?
Come ogni romanzo, specie un romanzo d’esordio, Amberlough non è esente da difetti: l’approccio al mondo di Gedda, e alle sue dinamiche sociali e istituzionali, è una doccia d’acqua fredda, con nomi, situazioni e terminologie linguistiche che ci si parano davanti senza una spiegazione dettagliata – per quanto ogni elemento diventi più chiaro con il proseguire della lettura, nei primi capitoli non è facile (specie per dei lettori non madrelingua) comprendere esattamente cosa stia succedendo. Tuttavia, un po’ di ostinazione rende questa criticità alquanto trascurabile.

Potrà essere apprezzato da chi sta cercando un romanzo character-driven dalle tematiche queer e dove i buoni sentimenti non siano di casa; se vi piacciono i personaggi grigi ed il glamour degli anni ‘30, questo libro fa per voi.
In ogni caso, Amberlough è un romanzo necessario, perché il nostro mondo, di questi tempi, somiglia pericolosamente Amberlough City. Donnelly ci dona un’analisi puntuale di un’organizzazione fascista, reazionaria, conservatrice che fa leva sui disagi economici e sociali della classe media-operaia (cambiando volto, all’occorrenza, per accomodare questo o quell’altro elettore), con i suoi brogli elettorali, l’appoggio di bande armate paramilitari, e la persecuzione del diverso, del queer, del femminile; e oltre a questo, ci presenta il mondo che le è parallello, quello dell’arte e dell’anticonformismo. E tutto ci è familiare, tutto è contemporaneo. Se non per la prosa, Amberlough va letto per la sua tematica.